Lista d'attesa Reggio Emilia, la denuncia: "Impossibile prenotare una Tac"

La segnalazione di una paziente oncologica: "Hanno detto che mi chiameranno loro, ma non so quando. È da febbraio che provo a prenotare"

Un’operatrice con alle spalle il macchinario per la Tac (foto di repertorio)

Un’operatrice con alle spalle il macchinario per la Tac (foto di repertorio)

Reggio Emilia, 4 luglio 2022 - Il sistema per prenotare una Tc radiologica (la cosiddetta Tac) è già di suo complesso, ma dall’inizio dell’anno a questa parte, come riferisce una cittadina, arriva all’obiettivo è praticamente impossibile. "Sono una paziente oncologica – spiega Maria Grazia Alvares – da circa 6 anni in follow up, in carico al servizio sanitario oncologico Core, con controlli quadrimestrali/semestrali" tra cui rientra, appunto, la Tac. La prassi, si diceva, già di norma non è immediata: "Il paziente oncologico non ha una corsia di accesso preferenziale né la prescrizione prodotta dal medico del Core produce automaticamente prenotazione – prosegue –. Consapevole di questo, mi attivo sempre con molto anticipo". Covid o non Covid, anche nell’arco del 2021 compreso la signora Alvares dichiara di non aver incontrato intoppi di sorta: fino a febbraio scorso.

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«A metà febbraio – racconta – l’oncologa del Core mi prescrive i sopracitati esami e un appuntamento di controllo per il 28 settembre. Mi attivo subito e fino a metà maggio, ogni dieci giorni, con certosina pazienza, contatto il CupTel o mi reco allo sportello". La risposta è sempre una: tra fine agosto e la prima metà di settembre non c’è alcuna disponibilità. "A metà maggio ho la brillante idea di telefonare al centralino della direzione sanitaria Ausl – aggiunge Alvares –. Mi viene fornita una strana prenotazione provvisoria per una Tac il 30 settembre, quindi inadeguata in rapporto alla mia visita oncologica, fissata per il 28. Mi si promette, però, una telefonata per la prenotazione definitiva: quando e da chi non mi è dato saperlo". Di fatto, la signora Alvares viene inserita "in una lista di persone che attendono di poter prenotare e che, non si sa quando, saranno contattate dall’Usl".

«Il grave disservizio della nostra struttura sanitaria pubblica da me descritto, a mio parere, non danneggia solo il paziente ma anche il faticoso lavoro degli stessi medici ospedalieri – precisa la signora –. Professionisti quotidianamente oberati dal numero elevato di pazienti a loro in carico: che credibilità hanno, infatti, le loro prescrizioni, se non ne conseguono automaticamente e in tempi adeguati le conseguenti prenotazioni?". "Ritengo ottime la professionalità e la scrupolosa attenzione al protocollo, relativo alla patologia che mi riguarda, delle dottoresse che mi seguono ormai da molti anni – puntualizza infine –. La nostra assistenza pubblica è indubbiamente migliore di altre, dentro e fuori l’Europa. Non va però dimenticato che è sostenuta dai contributi lavorativi detratti dai redditi, anche modesti, di cittadini come me, che chiedono,soprattutto, la sburocratizzazione e semplificazione di essenziali percorsi sanitari".