"Lo zio Danish è innocente Ora potremo dimostrarlo"

Noris Bucchi: "Contro di lui solo sospetti". L’appello di Servillo ai genitori: "Sono difendibili, mi contattino"

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"Dopo un attento esame delle carte processuali, possiamo sostenere che Danish Hasnain non può - sottolinea l’avvocato Domenico Noris Bucchi - essere ritenuto responsabile dei reati contestati. Finalmente inizia il processo e potremo dimostrare la sua innocenza".

Secondo il legale la certezza delle prove è ben lontana per lo zio di Saman (nella foto), indicato dal fratello minore come il presunto esecutore materiale del delitto: "L’accusa ha portato contro il mio assistito un’ipotesi investigativa basata su semplici sospetti, a cui si contrappongono altre ipotesi che riteniamo ben più fondate e che dimostrano l’innocenza di Danish. Sono certo che non potrà che essere assolto". Sulla scia la tesi dell’avvocato Luigi Scarcella, che tutela Nomanulhaq Nomanulhaq, cugino di Saman: "Non emerge la prova ogni oltre ragionevole dubbio per ognuno dei reati a lui contestati. Nel processo si accerterà se è accaduto qualcosa, cos’è successo e chi vi ha partecipato. E terminerà la lettura parcellizzata di atti d’indagine, come singoli frame dei video o singole intercettazioni. Di certo emergerà che lui non è colpevole".

Ma perché andò all’estero? "Lui me lo ha spiegato - taglia corto il difensore - ma lo riferiremo nel dibattimento".

L’avvocato Mariagrazia Petrelli difende l’altro cugino Ikram Ijaz: "Lui non sta bene: è in carcere da un anno ed è fermo nel proclamare la propria innocenza". Ad assistere i genitori latitanti, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, l’avvocato Simone Servillo: "Per certi versi il rinvio a giudizio è una soluzione quasi auspicabile: molti elementi con aspetti contraddittori potranno essere così vagliati nel dibattimento. Coloro che non sono presenti al processo non sono fantasmi - puntualizza - ma persone talvolta vittime di un sistema che dà per scontato cose che non dovrebbero esserlo, come la consapevolezza del procedimento penale.

Non son mai riuscito a entrare in contatto coi miei assistiti. Spero leggano o sentano queste mie parole: in tal caso li tranquillizzo perché la loro posizione è difendibile".

al.cod.