"L’ordinanza anti-alcol? Non risolve nulla"

Baristi scettici sulla misura: "Comprano le birre al supermercato e vengono a berle qui. Sarebbe meglio individuare chi disturba"

Migration

di Maya Menozzi

Primo giorno delle ordinanze in vigore, ma non tutti i residenti ne sono entusiasti. Se fino al 31 ottobre, in alcuni quartieri della città, non si potrà comprare alcol da asporto e consumarlo in giro dalle tre del pomeriggio, alcuni si chiedono se tale provvedimento abbia effettivamente senso. Dalla chiesa di San Giacomo fino alla Gabella, i baristi di via Roma esprimono dunque un certo dissenso: "Se sono contenta? Assolutamente no – ha detto Rentea Ioana, titolare del Caffè Rendez-Vous – Qui in zona ci sono numerosi supermarket, tra cui il Despar e lì l’alcol si può comprare tranquillamente. Quindi che centro io?". Anche il collega del locale affianco, Toni del bar Caribe, è della stessa idea: "Come zona, credo seriamente ci abbiano presi di mira, premesso che riceviamo numerosi controlli da parte delle forze dell’ordine un giorno sì e uno no. Ciò che mi piacerebbe precisare è che molti di quelli che venivano ad ubriacarsi qui di fianco li ho mandati via io stesso. Si sedevano qui dietro al bar a bere birre comprate altrove".

Per chi vive il quartiere da molti anni è doloroso a volte vedersi porre etichette negative addosso: "Per quel motivo, noi siamo sempre passati come il degrado, ma non facciamo male a nessuno – ha continuato Toni, seduto ad un tavolino – Personalmente, non sono affatto contro al comitato cittadino di via Roma: ma quando c’erano quei ragazzi che facevano confusione, sono andato io a parlarci e dopo un po’ sono andati via. Queste persone bisogna avvicinarle, ci ho a che fare da quando ho aperto il bar. Ma se andassi via tornerebbero. Non era necessaria l’ordinanza: dovrebbero, piuttosto, aiutare noi commercianti".

Insomma, per gioire è ancora troppo presto e chi si affaccia con le proprie attività sulla strada principale è ancora scettico sui possibili miglioramenti. "Il problema non è nostro. Se quelle persone vogliono bere vanno a comprare le bottiglie al supermercato, per poi tornare a consumarle qui in giro – ha detto Manuela, proprietaria del bar Arco – Le consumano per la strada ed è assolutamente una questione da risolvere. Ma allora l’ordinanza deve valere anche per i supermercati dell’intera zona, per evitare di trovare gente ubriaca ovunque".

"Se ci concentra sulle singole vie, il problema qui rimane e non viene eliminato con questi provvedimenti – ha aggiunto Biba, una delle ragazze che lavorano alla biosteria Ghirba – Bisogna occuparsi dei singoli individui coinvolti; inoltre, queste persone si spostano da una zona all’altra. Se il disagio non è qua, allora sarà solo nella via più avanti".