Luca Vecchi "Sanità? E’ ora di cambiare A settembre riapriremo viale Ramazzini"

Il sindaco sulle elezioni: "Esterrefatto da Calenda, ma ora si gioca da soli". E sull’Arena: "Test passato. Ora serve programma di qualità"

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di Saverio Migliari

Tanti cantieri aperti, la sfida delle elezioni politiche, le difficoltà di far quadrare i conti e una sanità da ripensare. Il sindaco Luca Vecchi traccia così il futuro della città, da qui al 2023.

Sindaco, le elezioni si avvicinano e il centrodestra è indubbiamente in vantaggio. La spaventa l’idea di avere un governo di diverso colore politico?

"In questi anni ci siamo già rapportati con governi di diversi colori. Ricordo cosa accadde nel 2018 con il peggior risultato del Pd di sempre. Io non sono tra quelli che gridano al pericolo per la democrazia. Penso però che dobbiamo crederci, perché non è la prima nè l’ultima volta che le cose cambiano. E bisogna stare in campo con idee concrete, non con la logica ’contro’ ma con la logica ’per’. A Reggio noi abbiamo un modello opposto a questo centrodestra: una forte rete contro le disuguaglianze, una politica vicina al mondo del lavoro e dell’impresa, una terra con valori forti come quello della transizione ecologica. Siamo totalmente alternativi al sovranismo".

Il presidente Bonaccini ha fatto la sua stessa scelta: non candidarsi.

"Era l’unica scelta possibile, quella della responsabilità e dell’etica pubblica".

Però di sindaci candidati ce ne sono. Ad esempio Ilenia Malavasi di Correggio.

"Scelta legittima e che capisco, è una candidatura forte e autorevole. Naturalmente è una scelta che nasce in un contesto, come quello di Correggio, che non è lo stesso di quello delle grande dimensioni di una città come Reggio. Inoltre è stata richiesta e sostenuta dal partito".

Calenda l’ha sorpresa?

"Qui a Reggio con Azione siamo riusciti a costruire un’alternativa, un centrosinistra aperto, plurale ed inclusivo. Noi tutti ricordiamo come abbiamo vinto alle amministrative. Speravo che questo potesse accadere anche in chiave nazionale. La scelta di Calenda ci ha lasciati esterrefatti. E’ chiaro che adesso si va su percorsi separati. Io spero che all’indomani delle elezioni ci siano convergenza e dialogo, ma ora bisogna giocare la partita e l’alternativa alla Meloni è il Pd".

Il Comune di Reggio fa i conti con 7 milioni di euro in più di costi energetici. Sarete costretti a rimodulare i servizi?

"Ho fiducia nel fatto che l’impianto complessivo di abitazione, welfare e cultura possa trovare il suo equilibrio senza intervenire sui servizi. E questo perché parliamo di eccellenze. L’inflazione e la crisi energetica non travolgono Reggio prima di aver travolto altri".

La spaventano i costi per la gestione del palazzetto, quando sarà riaperto?

"Il palazzetto non si fermerà certo per i costi delle bollette. La parte del campo da gioco è pressoché ultimata, la parte sotto è in lavorazione ma siamo certi che le prime partite dei primi di ottobre si faranno, grazie alle aziende, reggiane, che hanno capito l’importanza di portare a compimento quell’opera".

La sanità territoriale è in sofferenza. L’Ausl dice che mancano 100 medici. Come fare?

"Voi come Carlino avete fatto un approfondimento importante. La considerazione preliminare è questa: abbiamo passato due anni difficilissimi dove la sanità ci ha portato fuori dal Covid, in altri contesti è stato più difficile. Ora c’è uno stress organizzativo senza precedenti, effetto collaterale di quella che è stata quasi una guerra. A questo si aggiunge un difetto di programmazione nazionale".

Tutto vero. Ma ora servono soluzioni concrete per uscire dall’impasse.

"Innanzitutto diciamo che la nostra sanità è ancora di qualità. Ci sono problemi contingenti che vanno affrontati con pragmatismo. Faccio l’esempio sui due pronto soccorso di Scandiano e Correggio: il modo in cui si cerca di riaprirli con temporanee esternalizzazioni è un tentativo giusto. Dall’altro lato però c’è anche un orizzonte di medio-termine da affrontare. Ci sono opzioni su cui lavorare: il rapporto tra ospedali e case di comunità, l’investimento su formazione del personale e eccellenze come l’Ircss, l’integrazione socio-sanitaria, la collaborazione con Unimore e infine il ruolo degli ospedali".

Così si rischia di sacrificare il Santa Maria per riaprire servizi periferici. Ha senso?

"La soluzione non è chiudere gli ospedali, però la forza del Santa Maria è condizione necessaria per tutti gli altri. Ed è chiaro che l’orientamento degli altri ospedali sarà sempre più specialistico. L’innovazione, quando è organizzativa, ha in sé sempre elementi di rottura rispetto al passato. Ma ovviamente va tenuto il giusto equilibrio con le esigenze dei territori. Serve una costruzione di consapevolezza collettiva. Alcune problematiche che non avevamo 2 o 3 anni fa ora vanno affrontate senza riprodurre tutto come nel passato".

Qui il turismo è sempre stato carente. Avete introdotto la tassa di soggiorno, ora però vorremmo sapere come saranno impiegate quelle risorse.

"Tra le priorità che andranno oltre il mio mandato, c’è sicuramente questa sfida. Noi abbiamo introdotto la tassa di soggiorno e sorprendentemente sta dando un gettito superiore alle previsione, ciò significa che siamo più attrattivi. Certamente il pubblico può fare alcune cose, ma serve anche una mentalità nuova. Durante le giornate di fotografia europea non sempre la ricettività era compatibile con gli orari delle mostre. Il lancio dell’Arena ha fatto i conti con una capacità ricettiva piuttosto limitata".

L’Arena è un successo infrastrutturale di portata europea, ma è partita in sordina con solo due concerti. Come mai?

"A settembre il gestore ci ha detto che presenterà la stagione del 2023, quindi noi aspettiamo una proposta adeguata. Siamo consapevoli di questa critica. Ma ci vedo qualcosa di molto simile al dibattito sulla Mediopadana, che veniva considerata una cattedrale del deserto. Parlando con alcuni grossi soggetti italiani dello spettacolo, ho notato la preoccupazione di capire cosa fosse l’Arena, dal punto di vista sia logistico sia della qualità del suono. Prima di portare un’artista internazionale lì, voglio garanzie. Siccome quel test è passato, ora io penso che sarà costruito un programma di livello. L’Arena deve crescere".

Il comitato di via Roma chiede un’ordinanza per far abbassare tutte le serrande alle 21.

"Su questo noi siamo disponibili ad ascoltare il comitato nei prossimi giorni e le forze dell’ordine sono già al lavoro per cercare una soluzione. Ma per risolvere il problema di via Roma non basta più solo un approccio securitario, serve che la cittadinanza sia pronta a mettere in campo idee per riempire di iniziative quella strada. E su questo dico già che noi siamo disposti a metterci delle risorse".

Quali sono i cantieri che vedremo conclusi entro l’anno?

"Ci sono diversi spazi sportivi a Foscato e Gavassa, c’è la manutenzione sul mirabello e su via Agosti. Inoltre i primi giorni di settembre apriremo finalmente viale Ramazzini. Viale Umberto I è prossimo al completamento e a ruota c’è viale Ariosto.Poi altre tre cose: l’impianto Forsu, che con la necessità di transizione energetica attuale è diventato un esempio unico in Italia, il mercato coperto e sta andando avanti molto bene la riqualificazione della Reggia di Rivalta. Tutto questo, nonostante il periodo del Covid. Non abbiamo mai smesso di guardare avanti".