L’Unione non ha il tecnico Bloccati i tagliaboschi

Non vengono rilasciate le autorizzazioni, centinaia di lavoratori bloccati Volpi: "A breve risolveremo". Ma si avvicina la chiusura stagionale dell’attività.

L’Unione non ha il tecnico  Bloccati i tagliaboschi

L’Unione non ha il tecnico Bloccati i tagliaboschi

Sale in montagna la protesta dei tagliaboschi per il mancato rilascio delle autorizzazioni da parte dell’Unione Comuni dell’Appennino. Motivo: il tecnico preposto al controllo delle pratiche e rilascio dell’autorizzazione non è più in servizio per cui le richieste non vengono evase. "Un problema che stiamo cercando di risolvere - dice il presidente dell’Unione e sindaco di Toano, Vincenzo Volpi –. Stiamo procedendo a una selezione per dare l’incarico a una persona competente. Pensiamo di trovare a breve la soluzione".

Sono preoccupati i titolari di oltre 100 aziende dell’Appennino impegnate nel taglio del bosco a scopo commerciale, viste che si avvicinano le date di chiusura del taglio: 30 aprile il cerro, 15 maggio il faggio. I consiliari capigruppo di Lega e FdI, Alessandro Raniero Davoli e Alberto Bizzocchi, raccolte le lamentele e contattati i circoli di FdI dell’Appennino, hanno promosso un’interpellanza.

Intanto 300, 400 boscaioli sono fermi senza stipendio mentre sta volgendo al termine la stagione in cui viene consentito il taglio. Nell’interpellanza diretta al Presidente dell’Unione si segnala il blocco dovuto all’assenza del tecnico incaricato della forestazione, Ufficio Programmazione, Tutela e Valorizzazione del Territorio.

"Considerato che, dopo il cambio del responsabile dell’Ufficio, ingegner Chiara Cantini, il cui distacco dal comune di Castelnovo Monti non è stato rinnovato, sostituita dal 1 gennaio 2023, dal geometra Erica Bondi, e le dimissioni del dottore forestale Roberto Barbantini, l’Ufficio Programmazione, Tutela e Valorizzazione del Territorio, non rilascia più alcun permesso", si legge nell’interpellanza.

"Personalmente – afferma Davoli - ho parlato il 27 marzo con il direttore del Parco Nazionale, Giuseppe Vignali, per dieci pratiche che necessitavano anche del parere dell’Ente. Vignali tempestivamente si attivava e mi comunicava già il 29 marzo che sette pratiche erano state autorizzate con parere favorevole, mentre altre tre sarebbero state definite entro il 31 marzo. A quanto pare tutto inutile, in quanto centinaia di domande di taglio restano inevase, su una scrivania deserta, nell’ufficio dell’Unione Montana. Ricordiamoci che le aziende del settore forestale producono un fatturato superiore a tutti i caseifici dell’Appennino reggiano".

Il gruppo Lega-FdI conclude: "Dovremo forse rivolgerci al Prefetto, chiedendo un ’commissario ad acta’, per incapacità manifesta degli amministratori? Si attende risposta immediata".

Settimo Baisi