Lupo morto, l’ombra del bracconaggio

Autopsia sulla carcassa di un maschio di 2 anni. L’esperto Reggioni: "La sua presenza non è cambiata, cambia l’atteggiamento dell’uomo"

Lupo morto,  l’ombra del bracconaggio

Lupo morto, l’ombra del bracconaggio

di Settimo Baisi

La carcassa di un giovane lupo maschio è stata rinvenuta il 10 maggio, in Comune di Ventasso, dagli operatori dell’Osservatorio Lupi Val d’Enza del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. E’ segnalata ai Carabinieri forestali i quali hanno avviato le indagini atte a stabilire le cause della morte.

Dai primi rilievi eseguiti nel luogo del ritrovamento della carcassa dell’animale, i militari non escludono l’ipotesi di avvelenamento, ovviamente da approfondire attraverso esami scientifici sulla carcassa del giovane lupo, di circa due anni.

Tuttavia L’Unità Cinofila Antiveleno della Stazione Carabinieri Parco di Bosco di Corniglio, prontamente intervenuta sul posto per la bonifica dell’area, dopo una accurata ispezione non ha rinvenuto alcuna esca avvelenata o altre carcasse di eventuali animali selvatici morti. Il giovane lupo è stato recuperato nei pressi di un torrente dell’alto Appennino nel comune di Ventasso dagli addetti dell’Ente Parco su segnalazione dell’Osservatorio, quindi è stato consegnato al Cras Rifugio Matildico, specializzato nel recupero di animali selvatici, per il successivo trasferimento all’Istituto Zooprofilattico di Reggioa, dove si terranno gli accertamenti necroscopici per stabilire l’esatta causa della morte.

Nel frattempo, in attesa di conoscere l’esito di questi esami tossicologici che potranno confermare o smentire l’ipotesi della morte del giovane lupo per avvelenamento, proseguono attentamente le attività di indagine e di monitoraggio del crinale appenninico, a cura dei Carabinieri forestali della stazione di Busana ai quali compete il controllo del territorio. Non si pronuncia il ‘lupologo’ del Parco Nazionale dell’Appennino, Willy Reggioni, da sempre responsabile del progetto europeo Life Mirco Lupo e del Servizio Conservazione Natura del Parco, però qualche sospetto sull’avvelenamento emerge dalle sue affermazioni.

"Abbiamo la percezione che il bracconaggio del lupo sia in aumento, - precisa Reggioni - perché il lupo che, oltre alla montagna e la collina, ha conquistato anche la pianura, si rende più visibile aumentando la paura, ingiustificata, fra gli abitanti della bassa e quindi anche della montagna. La presenza del lupo sul territorio non è cambiata, sono che in Appennino non sono visibili perché si nascondono nei boschi, la visibilità in pianura è più evidente, li vedono sulle strade e vicino alle case, li fotografano e ingigantiscono il problema sui social. Questo ha portato ad un aumento del bracconaggio ingiustificato anche in montagna".