Ma la differenza la fanno ancora i professori

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Mariarita

Bortolani*

La finalità della scelta – contrastare la dispersione scolastica - dei colleghi e della dirigente dell’Istituto di Bologna è sicuramente nobile e merita un confronto. Personalmente sono favorevole alle potenzialità di device e guardo con interesse le innovazioni tecnologiche, (spid, qr cod, meet, pin e password per qualsiasi attività). Leggo giornali e libri digitali, ma anche cartacei. Utilizzo lo smartphone ma senza whatsapp. Da tempo a scuola si utilizzano pc, ipad ed altri strumenti (app, comunicatore): si pensi, ad esempio agli alunnie con difficoltà di apprendimento, come disgrafia o dislessia; si pensi agli alunnie privi della comunicazione verbale. In queste situazioni sicuramente è una possibilità importante, per esprimersi, per superare barriere e limitazioni. Si pensi ancora, all’utilizzo quotidiano del registro elettronico per compiti, comunicazioni , alle classi virtuali su cui caricare attività, materiale, video. Mi piace ascoltare le osservazioni degli studenti, che segnalano l’utilità di avere qualche libro digitale per evitare pesi eccessivi, certe letture eo approfondimenti si seguono bene su uno schermo – è possibile zoomare, evidenziare – si consuma meno carta. Ma ogni strumento, anche il più sofisticato, necessita della mediazione, del supporto del docente, dell’educatore; le professionalità della scuola non possono né devono essere sostituite dalla tecnologia. Volete mettere l’enfasi di un insegnante appassionato nel leggere una poesia, o un articolo della Costituzione? Volete mettere la potenza di un sorriso – anche degli occhi – per un successo, un’approvazione, o di uno sguardo fermo per "catturare" attenzione? Volete mettere il fragore di un applauso, un’esultazione per una verifica annullata o rinviata?

*Insegnante e rappresentante Cisl Scuola Emilia Centrale