Reggio Emilia, 22 agosto 2024 – Nazia Shaheen, la madre 51enne di Saman Abbas accusata dell’omicidio della figlia, è atterrata a Fiumicino attorno alle 14.40, dopo uno scalo a Istanbul. Scortata da carabinieri e polizia indossava velo e vestito neri. È stata poi portata nel carcere di Rebibbia, in attesa della definitiva traduzione in un carcere emiliano. È stata arrestata lo scorso 31 maggio in Pakistan. Dopo l'arresto, aveva dato il consenso all'estradizione, mentre l’assenso da parte del governo pachistano è arrivato a metà agosto.
La donna, latitante dal primo maggio 2021, è stata condannata all'ergastolo dalla Corte di assise di Reggio Emilia, per l'omicidio della figlia. Un anno fa è stato consegnato all'Italia il marito, Shabbar Abbas, anche lui condannato all'ergastolo in primo grado. Allo zio Danish Hasnain sono stati dati 14 anni, mentre i due cugini sono stati assolti.
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Nazia Shaheen ha lasciato intorno alle 16.20 gli uffici della Polizia Giudiziaria della Polaria di Fiumicino Aeroporto ed è stata consegnata al personale dalla Polizia penitenziaria per il trasferimento nel carcere romano di Rebibbia, in attesa del definitivo trasferimento in un carcere emiliano a disposizione dell'Autorità giudiziaria.
"La Procura di Reggio Emilia ha continuato a indagare per pervenire all'identificazione di ulteriori eventuali soggetti che possano aver partecipato alla fase ideativa o esecutiva in danno di
Saman Abbas. E ciò perché è stato proprio uno degli imputati del processo a evidenziare la partecipazione di un soggetto, peraltro senza menzionarne l'identità e dunque da questo punto di vista il lavoro che è stato volto continuerà fino alla definizione dell'attività di indagine", ha detto il procuratore Calogero Gaetano Paci.
Nazia Shaheen è scesa dall'aereo scortata da carabinieri e polizia vestita in un lungo abito nero e un velo, anche questo nero, che appare coprirla integralmente, anche il volto, mostrando solo gli occhi, al braccio una borsa rossa.
"Finalmente. Giustizia fino in fondo per Saman, orribilmente uccisa dalla sua stessa famiglia con l'unica colpa di aver voluto vivere da ragazza libera in Italia". Così Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, su X.
"L'arresto e la successiva estradizione in Italia di Nazia Shaheen, madre di Saman Abbas, sono un significativo riconoscimento per le approfondite indagini condotte dai Carabinieri del nucleo investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia e della Compagnia di Guastalla". Così si è espresso in una nota il Segretario Generale del Sindacato Italiano Militare Carabinieri (SIM CC), sottolineando come "questo rappresenti un importante passo avanti nel cammino verso la giustizia per Saman, brutalmente uccisa il 1° maggio 2021 a Novellara".
Secondo quanto si è appreso, la donna, accompagnata in Italia dal personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale, coordinato dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, dopo lo sbarco, nella massima riservatezza, sarà presa in consegna dagli operatori della polizia giudiziaria della Polaria di Fiumicino aeroporto per espletare le formalità di rito. Quindi, poi, la consegna alla Polizia penitenziaria per la traduzione nel carcere romano di Rebibbia, in attesa della definitiva traduzione in un carcere emiliano a disposizione dell'Autorità giudiziaria.
Estradata in Italia, Nazia Shaheen, la madre di Saman Abbas, arrestata il 31 maggio in Pakistan, è sbarcata, a quanto si è appreso, intorno alle 14.40 all'aeroporto di Fiumicino con un volo di linea da Istanbul.
"Nel corso della procedura estradizionale in Pakistan, Nazia Shaheen ha rilasciato diverse dichiarazioni sostenendo di voler fornire la propria versione dei fatti di quella notte in cui è stata uccisa la figlia, sostenendo anche che lei e il marito non ne sono responsabili e attribuendo la responsabilità ad altri parenti". Lo ha spiegato il procuratore di Reggio Emilia, Gaetano Calogero Paci. Quella della donna "è una ricostruzione - ha proseguito - che chiaramente confligge con quella accertata durante le indagini e asseverata anche dalla Corte di assise di Reggio Emilia, ma ovviamente non possiamo escludere che questa volontà di partecipare direttamente al processo da parte di Nazia non assuma connotazioni diverse e che le possa consentire di pervenire ad una diversa ricostruzione di quei fatti".
"L'estradizione della madre di Saman Abbas, Nazia Shaheen, condannata all'ergastolo per il terribile omicidio della figlia, riportata finalmente in Italia dal Pakistan, non è soltanto un successo diplomatico del governo, ma soprattutto un segnale importantissimo: chi commette reati in Italia, non rispetta le leggi o i diritti delle donne non ha più scampo, possibilità di fuggire o nascondersi altrove, lontano. Per chi sbaglia c'è certezza della pena". Lo scrive sui social Paolo Emilio Russo, capogruppo di Forza Italia nella commissione Affari costituzionali.
"Il personale del servizio per la cooperazione internazionale di polizia della direzione centrale della polizia criminale (Scip), coordinato dalla Procura reggiana, è andato in Pakistan dove ha preso in consegna dalle autorità locali la donna detenuta", conferma la Procura di Reggio Emilia. Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia e del Nor della Compagnia di Guastalla, si ricorda, avevano permesso di acquisire elementi a sostegno delle responsabilità penali, con ordinanze di custodia in carcere emesse dal Gip il 20 e il 28 maggio 2021. Le ricerche svolte dai carabinieri, supportati dallo Scip e in Pakistan dall'esperto per l'immigrazione, hanno consentito di confermare la presenza del padre e della madre sul territorio. Con "la piena collaborazione" della polizia federale del Pakistan e di quella dello Stato del Punjub, il 15 novembre 2022 è stato arrestato il padre della vittima, estradato in Italia il 31 agosto 2023. Le autorità di polizia pachistane, il 31 maggio 2024 hanno quindi eseguito la Red Notice-Interpol anche nei confronti della madre.
"In forza del giudizio dell’Alta Corte, il Governo Pakistano a metà agosto ha dato l’assenso per l’estradizione dell’arrestata", riporta ancora la Procura di Reggio Emilia. "A seguito di una intensa attività di cooperazione giudiziaria internazionale, svolta con l’essenziale supporto del Ministero della Giustizia italiano e dell’Ambasciata italiana ad Islamabad, la Procura della Repubblica di Reggio Emilia, diretta dal Procuratore Calogero Gaetano Paci, ha ottenuto l’estradizione in data odierna dell’imputata Nazia Shaheen".
"Nazia Shaheen giungerà nel primo pomeriggio di oggi 22 agosto presso l’aeroporto di Roma Fiumicino da dove, espletate le formalità di rito, verrà presa in consegna dalla Polizia Penitenziaria e tradotta presso la Casa Circondariale di Roma in attesa della definitiva traduzione presso un carcere emiliano a disposizione dell’Autorità Giudiziaria", spiega un passaggio della nota stampa della Procura di Reggio Emilia.
Sulla madre di Saman pesano importanti indizi. Secondo le motivazioni della sentenza dei giudici della Corte di Assise di Reggio Emilia, infatti, potrebbe essere stata lei l’esecutrice materiale dell’omicidio della figlia.
Nazia è stata condannata all’ergastolo in primo grado, così come il marito Shabbar. Gli altri imputati erano lo zio della ragazza Danish Hasnain, che fece ritrovare il cadavere di Saman nel novembre 2022 e a cui sono stati dati 14 anni. I due cugini invece sono stati assolti.
La madre di Saman è stata latitante per tre anni. Si era nascosta a più di 100 km di distanza dalla sua città d'origine e su di lei pesava un mandato di cattura internazionale. Prima del suo ritrovamento, di lei non si era saputo più nulla da quel fatidico 1 maggio 2021, quando partì da Novellara per il Pakistan, con il marito Shabbar Abbas.
"Con l'estradizione della madre di Saman Abbas, Nazia Shaheen, in arrivo oggi in Italia dopo essere stata arrestata in Pakistan a seguito di un mandato di cattura internazionale, si compie un fondamentale passo in avanti per il percorso di giustizia per la giovane diciottenne di origini pakistane barbaramente uccisa il primo maggio del 2021", ha comunicato in una nota il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
"Si tratta di un risultato frutto di una intensa e proficua collaborazione del Ministero della Giustizia con il Ministero dell'Interno e il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, che rappresenta un efficiente esempio di sinergia istituzionale a servizio della giurisdizione. A nome del governo italiano voglio ringraziare le autorità pakistane per aver compreso l'importanza per il nostro Paese di assicurare una piena risposta di giustizia per un delitto che ha sconvolto le nostre coscienze", ha concluso Nordio.
Un anno fa è stato consegnato all'Italia il marito, Shabbar Abbas, anche lui condannato all'ergastolo in primo grado.
La madre di Saman era latitante dal primo maggio 2021, il giorno in cui era tornata in patria da Novellara. Dopo l'arresto, ha dato il consenso all'estradizione.
Nazia Shaheen, 51 anni, a dicembre è stata condannata all'ergastolo dalla Corte di assise di Reggio Emilia, per l'omicidio della figlia, accusata dall'indagine della Procura e dei carabinieri.
La donna, arrestata il 31 maggio in Pakistan per l'omicidio della figlia, aveva dato l'ok all'estradizione
La madre di Saman Abbas è in arrivo in Italia con atterraggio previsto a Fiumicino dopo le 14.