Reggio Emilia, madre uccide i due figli. "Ora curatemi"

Antonella Barbieri ha accettato l'intervento dei medici

Antonella Barbieri e i suoi due figli

Antonella Barbieri e i suoi due figli

Reggio Emilia, 10 dicembre 2017 - Sta meglio Antonella Barbieri (FOTO). E ora ha accettato di essere curata. La donna di 39 anni – arrestata per aver ucciso i suoi due bambini di 2 e 5 anni – è costantemente piantonata nel reparto di terapia semi-intensiva dell’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio. Nessuno può vederla, tranne il suo avvocato difensore, Federica Ghesini. Ma ieri nella sala d’aspetto al terzo piano c’erano in tanti: la madre Maria Felicella, sarta di Reggiolo, e una decina di familiari. Stretti nel dolore e nel massimo riserbo, sotto choc. Ma tutti in attesa di sapere come stava e che cosa avrebbe detto al suo legale.

La nonna di Carpi: "Ha avuto troppo dalla vita"

Mangia, è stabile e ha scelto di seguire le indicazioni dei medici la donna, originaria di Carpi, cresciuta a Reggiolo e poi trasferitasi a Suzzara per amore del campione di rugby Andrea Benatti. Da quell’amore sono nati Lorenzo Zeus, cinque anni, e Kim, la piccolina, di due. Gli stessi bimbi trovati morti dai carabinieri nel pomeriggio di giovedì. Il primogenito, intorno alle 17, nascosto sotto una coperta bianca sul sedile del passeggero della Fiat Stilo familiare impantanata sull’argine del Po a Luzzara.

ANTONELLA_27367169_125623
ANTONELLA_27367169_125623

Era a petto nudo, senza vita; morto a causa di un’unica coltellata al cuore. Al suo fianco c’era la madre, ancora viva, con la stessa lama da cucina conficcata nel torace. Farfugliava. Ma da subito, a soccorritori e investigatori, ha fatto cenni eloquenti: «Sono stata io». La bimba è stata ritrovata poco dopo, quando i militari hanno deciso di sfondare la porta della villetta di Suzzara in cui la famiglia viveva. Kim era nel lettone dei genitori, soffocata da un cuscino, probabilmente da ore. La ricostruzione dei delitti arriverà più tardi, anche grazie alle telecamere di videosorveglianza piazzate davanti all’abitazione.

LUZZARAFOTO_27335384_195434
LUZZARAFOTO_27335384_195434

Lei che esce verso le 12 con il bimbo per mano. Poi sale in macchina. Così, scavando nella sua cartella clinica, gli investigatori hanno scoperto di più: ombre nella mente, un trattamento sanitario obbligatorio di un mese a causa di patologie psichiatriche. E le sue confidenze: «Sento nella testa la voce di un uomo che mi guida». L’ultima dimissione il 9 ottobre, da una clinica nel Mantovano. Poi la visita con uno specialista venti giorni prima degli omicidi: «Sembrava stare meglio», dicono i familiari. Ora, però, si fanno mille domande.

«Sono stata io. Li ho visti fare colazione e giocare, poi alle dieci ho deciso di fare quello che ho fatto. Non ce la facevo più a casa, problemi esistenziali, problemi col marito». Frasi sbocconcellate, un interrogatorio davanti al pm reggiano Maria Rita Pantani e al suo avvocato lasciato poi a metà. «Basta, non respiro».

Antonella Barbieri, ex modella, bellissima e algida – «madre modello, soltanto un po’ triste ultimamente», come la descrivono le amiche – nelle prime ore del suo ricovero in ospedale aveva firmato i documenti: «Non curatemi». I medici temevano che la ferita che si era provocata, perforando il polmone tentando di uccidersi, potesse essere pericolosa. Per questo la prognosi è sempre rimasta riservata. Ma lei ha sempre rifiutato di curarsi, fino a ieri. Ora ha iniziato ad assumere i farmaci e a seguire il percorso psicologico messo a disposizione dall’ospedale.

Domattina alle 9,30 è stata fissata la convalida del suo arresto davanti al giudice Giovanni Ghini, che la ascolterà in ospedale. Il magistrato dovrà poi decidere se riunire l’intera indagine a Mantova, luogo in cui si è consumato il primo delitto, per competenza territoriale.

LE CONDIZIONI DELLA MAMMA - La Direzione dell'Azienda Usl di Reggio Emilia fa sapere che le condizioni di Antonella Barbieri sono stazionarie. La paziente, in prognosi riservata, cosciente, rimane ricoverata  in terapia semi intensiva, sotto stretto monitoraggio assistenziale e strumentale e di consulenze specialistiche.