"Solo come talismano adesso in Nazionale dovreste portarmi sempre". Con l’oro della staffetta mista appena messo al collo, il debuttante azzurro Mirco Maestri può concedersi una battuta col ct Velo: è curioso che un ciclista soprannominato Paperino si trasformi in portafortuna. Miracolo degli Europei e delle strade del Limburgo.
Perché non solo con i singoli: agli Europei vinciamo l’oro a cronometro anche con la squadra. Meglio, con la staffetta mista, la cosiddetta team relay, tre uomini e altrettante donne in ordine di apparizione: è la seconda volta che succede in cinque edizioni, la prima nel 2021.
La staffetta azzurra – Affini, Cattaneo, Maestri, Cecchini, Guazzini, Masetti – contiene la rimonta della Germania, lasciandola a 17 secondi; il bronzo va al Belgio, che orfano di pezzi grossi come Evenepoel e Van Aert, è lontano un minuto e mezzo. Peggio fanno Polonia, Ucraina e Bulgaria. Per Maestri, ragazzo di Casoni di Luzzara, dopo la soddisfazione della maglia azzurra alla soglia dei 33 anni, arriva il titolo.
E chissà cos’altro può riservare il futuro a uno che invecchiando continua a migliorare.
Maestri, che gioia è?
"Incredibile. Già mi sembrava speciale vestire la maglia azzurra, un sogno che avevo da bambino, adesso c’è anche questo risultato che da possibile come pensavamo alla vigilia abbiamo trasformato in realtà".
Che gara è stata?
"Non avevo timori dal lato atletico perché sapevo di star bene, la mia paura era il rendimento tecnico in una prova che in passato ho affrontato poco e sempre senza obiettivi. Sono rimasto concentratissimo per non sbagliare nulla, dai cambi ai ritmi di gara: è andata benone". Buona la prima. E non è finita…
"Non è finita no: domenica c’è la prova più importante, quella su strada, dove abbiamo Milan che può far centro. Darò tutto me stesso per aiutarlo".
Che stagione è la sua?
"Indimenticabile anche grazie a questa giornata. In carriera sono sempre stato costante, ma quest’anno la squadra mi ha permesso di lavorare al meglio, staccando e recuperando nei tempi giusti e i risultati si vedono. Ero in altura quando mi hanno detto della convocazione azzurra, ma sono rimasto con i piedi in terra e ho pensato solo a farmi trovar pronto".
Merito di…?
"Ringrazio Ivan Basso, manager della mia Polti Kometa, e il ds Zanatta che mi ha voluto: mi hanno fatto cambiare mentalità, credere di più in me stesso. Ivan mi ha chiamato subito dopo la gara, mi ha detto ‘goditela tutta, te la meriti’. Gli ho detto che devo questo risultato a lui, mi ha risposto che in bici c’ero io".
Maestri, prossimo sogno?
"Vestire l’azzurro alle Olimpiadi, l’apice per qualsiasi atleta. Alla mia età forse è inarrivabile, però se ho indossato la prima maglia a quasi 33 anni e ogni anno miglioro, perché no?".