Malore in palestra Reggio Emilia, l'amico. "Ho pensato solo a salvarlo"

L’ispettore Gino Basile è stato il primo a soccorrere l’amico venerdì sera dopo il malore alla palestra del Moro. Il 57enne è in rianimazione

I soccorsi venerdì sera mentre caricano all’uscita della palestra del liceo Moro il 57enne

I soccorsi venerdì sera mentre caricano all’uscita della palestra del liceo Moro il 57enne

Reggio Emilia, 23 febbraio 2020 - "Abbiamo sentito un tonfo: quando ci siamo girati era già a terra. Hai paura, la vedi anche negli occhi degli altri; la situazione era precipitata. Ma l’unico modo per salvarlo era rimanere freddi e utilizzare al meglio il defibrillatore". L’ispettore Gino Basile parla a fatica. Conosce da anni il 57enne che venerdì sera alla palestra del liceo Moro si è accasciato per terra, durante la classica partitella tra amici, senza dare segni di vita. Un ex agente della penitenziaria ora in pensione. Attualmente ricoverato in rianimazione al Santa Maria Nuova.

A ridare una speranza è stato proprio l’ispettore della municipale, in pochi, decisivi attimi: "In quel momento ho pensato solo a salvare il mio amico. Crollato a terra non dava segni vita, era fermo, immobile. Abbiamo chiamato il 118, e hanno passato subito a me l’operatrice. Ero lucido, mi ha detto che dovevo usare il defibrillatore. E così ho fatto" aggiunge prendendosi un momento di pausa, con un respiro profondo. Aiutato dal collega Fabrizio Rocchi, Basile ha posizionato le piastre sul petto dell’amico, attivando la scossa elettrica. "Si è ripreso un po’, l’ho visto. Ma andava e veniva, motivo per cui sempre al telefono con il 118 abbiamo proseguito con il massaggio cardiaco. Ci siamo alternati, senza sosta. Quanto sarà passato? Non so, difficile dirlo. Ho perso la cognizione del tempo, ero solo impegnato a salvare il mio amico. Abbiamo proseguito nel lavoro congiunto fino all’arrivo dell’ambulanza: lì lo abbiamo affidato agli operatori".

Venerdì sera lo sconforto era visibile negli occhi dei compagni, con il 57enne era solito disputare la classica partitella; nel volto rosso e gonfio di lacrime del bidello della palestra, il primo a portare il Dae a Basile perché potesse essere utilizzato; nella voce rotta della moglie arrivata di gran fretta e salita in ambulanza con il marito. Basile, dal canto suo, non ha dubbi: "Ho solo fatto quello che dovevo. Ora prego solo per le condizioni di salute del mio amico: in questo momento, è l’unica cosa che importa realmente".