Una donna oggi 43enne denunciò il marito per maltrattamenti nel maggio 2019: ai carabinieri di Castelnovo Sotto raccontò di aver subito vessazioni fisiche e psicologiche per un anno, anche davanti al loro figlio minorenne. L’uomo, rimasto sempre a piede libero, fu rinviato a giudizio nel 2020 e poi per lui iniziò il processo con rito ordinario nel 2021. al termine di una lunga istruttoria, lui, un 45enne, è stato assolto nei giorni scorsi dal giudice Matteo Gambarati "per non aver commesso il fatto". La 43enne aveva raccontato ai carabinieri di essersi sentita rivolgere da lui parole pesanti come "nullità", "non vali niente" e altri insulti, e di essere stata anche minacciata di morte. Aveva riferito di pugni e gomitate; in un caso, il 26 maggio 2019, sarebbe stata immobilizzata e spinta a terra, riportando una contusione alla spalla giudicata guaribile in tre giorni. Dopo la denuncia, la coppia – formata da reggiani, lui operaio e lei impiegata – si è separata. Nel processo, la donna non si è costituita parte civile: non è stata ascoltata in aula ma è stata acquisita la sua denuncia, dove sosteneva che lui la tradisse e che non le desse soldi quando faceva trasferte all’estero per lavoro, riferendo anche le presunte aggressioni fisiche.
In questi tre anni sono stati sentiti numerosi testimoni, tra cui un’amica e la madre della donna, oltre a diversi parenti. Pure l’imputato è stato ascoltato in aula: ha respinto gli addebiti sostenendo che lui stava soprattutto lontano dall’Italia e che si trattava solo di dissidi familiari che li hanno poi portati a interrompere le nozze. In base alla denuncia e alle voci raccolte in tribunale, il pm ritenuto provati i maltrattamenti, per i quali ha chiesto un anno e mezzo di condanna. Sulle lesioni, invece, la donna aveva ritirato la querela e il reato non risultava più procedibile perché di lieve entità. Gli avvocati difensori Caterina Caldarola e Jenny Loforese hanno sostenuto che non sussistessero i maltrattamenti e che si trattasse invece di normali liti di coppia, a loro dire peraltro scatenate per prima dalla moglie, che avrebbe preteso dal marito soldi per poter avere un tenore di vita più alto. E hanno anche detto che la donna non ha subito alcuna ripercussione, in quanto ha sempre continuato a fare la stessa vita. Da queste considerazioni è scaturita la richiesta di assoluzione, poi accolta dal giudice.
Alessandra Codeluppi