Maltrattamenti all'asilo a Reggio, schiaffi e lividi. Maestra sospesa dal Malaguzzi

Tutto è partito dalle denunce ai carabinieri dei genitori. Indagata docente di 56 anni

Un'immagine tratta da una mostra sui bambini maltrattati (Ansa)

Un'immagine tratta da una mostra sui bambini maltrattati (Ansa)

Reggio Emilia, 2 settembre 2018 - Un peluche strappato dalle mani e un bambino in lacrime. «Piangi pure, non mi interessa...». E ancora: «Mettiti a sedere perché sennò finisce male». Poi schiaffi sulle gambe e pizzicotti. È ciò di cui è accusata una maestra di 56 anni, nata a Sassuolo e residente a Scandiano. Uno scandalo che fa ancora più rumore dato che le violenze sarebbero avvenute in una sezione della scuola d’infanzia del centro internazionale Loris Malaguzzi. Ossìa l’asilo più bello del mondo, fiore all’occhiello della nostra città che esporta in tutto il globo il cosiddetto metodo d’insegnamento Reggio Approach, studiato da esperti e professori spesso in visita qui, dagli States all’Australia.

Maltrattamenti che si sarebbero verificati nei confronti di sette bambini, tutti di 4 anni. È l’ipotesi di reato formulata dal sostituto procuratore Stefania Pigozzi che sta coordinando le indagini eseguite dai carabinieri della stazione di Santa Croce. I militari dell’Arma grazie anche a intercettazioni ambientali e telecamere nascoste hanno documentato decine di episodi tra settembre scorso e questo giugno, periodo a cui si riferiscono i fatti contestati. Il gip Luca Ramponi ha deciso di applicare la misura interdittiva: sospensione per sei mesi. In attesa del procedimento giudiziario, la donna è stata allontanata dalla scuola e non potrà lavorare in alcun edificio scolastico.

Tutto è cominciato dalla querela di una mamma che durante le vacanze di Natale ha notato i comportamenti insoliti della figlia che terrorizzata spesso si faceva addirittura la pipì addosso. La piccola ha così mostrato i lividi per i pizzicotti subìti: «Me li ha fatti la maestra...».  E via via si sono aggiunti altri genitori. Le denunce si moltiplicano. Così, i carabinieri hanno piazzato microspie e videocamere sia nelle aule sia nel dormitorio della sezione scolastica di via Cassala.

E le immagini documentate, specialmente nel maggio scorso, hanno rivelato comportamenti inauditi. In quell’orsacchiotto portato via – solo perché l’insegnante sarebbe stata infastidita da un verso con la bocca fatto da un bimbo – si sono scuciti tutta l’innocenza e i diritti dei più piccoli, ma anche i doveri di un adulto che dovrebbe educarli. Toni autoritari. Troppo. Perché poi dalle parole, la maestra passava ai fatti. «Spicciati a venire fuori di lì – si legge in un’intercettazione contenuta nell’ordinanza – altrimenti ti vengo a prendere io...», si rivolge a un altro bambino.

Un giorno avrebbe addirittura strattonato violentemente una alunna, afferrandolo pure per il collo e tirandole i capelli. Così come in un’altra sequenza viene ripresa mentre butta quasi giù dalla brandina un piccolo reo di disturbare e fare rumore. E infine, avrebbe persino costretto un bimbo a restare sdraiato nel letto nonostante questi chiedesse di poter andare in bagno per un bisogno urgente. Agli atti è finito persino un video – girato da una mamma – in cui la figlia racconta gli abusi della maestra.

Una posizione grave quella dell’insegnante che davanti alla richiesta di spiegazioni dei genitori, avrebbe sempre minimizzato o ridotto a «capricci» o «lividi procurati per gioco». Secondo quanto emerge dalle indagini, l’atteggiamento della maestra avveniva solo quando si trovava da sola con la classe e mai in presenza dell’altra insegnante. E questo per il gip dimostra «la natura dolosa di uno schema ormai consolidato di condotta nei confronti dei bambini».