FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

"Maltrattamenti e stalking". Ma la coppia gira insieme un video su PornHub. Compagno prosciolto

La ragazza se ne andò di casa con la figlia accusando lui di azioni gravissime. Il giudice opta per il non luogo a procedere. Il 36enne: "Fine di un incubo". .

"Maltrattamenti e stalking". Ma la coppia gira insieme  un video su PornHub. Compagno prosciolto

La ragazza se ne andò di casa con la figlia accusando lui di azioni gravissime. Il giudice opta per il non luogo a procedere. Il 36enne: "Fine di un incubo". .

È stato un video amatoriale su PornHub a determinare, probabilmente, il proscioglimento di un 36enne reggiano dall’accusa di maltrattamenti in famiglia aggravati e di stalking verso l’ex compagna 34enne. In quel film la coppia non recita per la telecamera: non lo dice la mimica facciale (indossavano maschere) ma la sintonia fra i due che – consenzienti – avevano deciso di arrotondare creando contenuti hard prima per OnlyFans, poi per l’oceanica piattaforma web. Il video fu girato il giorno prima che la ragazza se ne andasse di casa portando con sé la loro figlioletta di 13 mesi, rifugiandosi dai genitori e accusando lui di comportamenti gravissimi, dalle vessazioni psicologiche alle minacce e alle botte, tanto da far scattare il "Codice rosso".

Come può un uomo con cui si è così affiatati, diventare in poche ore il mostro descritto nella denuncia? È sulla base di questi dubbi – e su una quantità notevole di materiale presentato dalle parti in causa – che ieri il giudice delle indagini preliminari Silvia Guareschi ha prosciolto il 36enne: con formula piena e da entrambi i reati contestati.

Non è stato solo il suo difensore, l’avvocato Giacomo Fornaciari, a chiederne il proscioglimento ma lo stesso pm. La vicenda giudiziaria risale a un anno fa, quando la coppia stava insieme già da 8 anni.

"Io l’amavo veramente – racconta l’uomo –. Certo, avevamo discussioni… ma, anche prima che nascesse nostra figlia, io più volte le dissi che se non era convinta della nostra relazione avrei accettato che se ne andasse. È rimasta e abbiamo avuto una bimba. Per me è la fine di un incubo, sono ancora incredulo. È stata dura vivere con pesanti sospetti, anche rispetto ai conoscenti, e con il rischio di essere condannato a 7 anni di carcere". Molto grave il capo di imputazione: "Sottoponeva la convivente a costanti vessazioni fisiche e morali, denigrandola e riferendole di essere inutile, di non valere… dicendole che doveva fare tutto quelle che lui le ordinava… controllandole il telefonino… in presenza della figlia minorenne urlando, lanciando oggetti di casa; minacciandola in più occasioni di ammazzarla…". Avrebbe addirittura detto: "Se stai gobba ti raddrizzo la colonna vertebrale, altrimenti te la strappo così vediamo se inizi a capire qualcosa".

Rispetto allo stalking, l’accusa recitava che lui telefonava alla ex "minacciando di diffondere pubblicamente anche tramite volantini pubblici" i video porno; e che, se non gli avessero fatto vedere la bimba, avrebbe ammazzato e scuoiato i genitori della ex, distruggendone la casa. A seguito della denuncia, sono intervenuti i servizi sociali; il 36enne ha potuto vedere la figlia solo per un’ora ogni due settimane in colloqui protetti.

Durante le delicate fasi dell’udienza preliminare, l’avvocato Fornaciari ha prodotto documentari da cui emergerebbe tra l’altro che fu la 34enne a proporre al compagno di sbarcare su OnlyFans. E che lui venne coinvolto in seguito, e che infine la coppia decise trasferirsi su PornHub perché più remunerativo. La parte offesa non era stata in grado di produrre certificati medici che attestassero gli abusi e quel video hot era poco compatibile con un atteggiamento maltrattante: così il gip ha chiesto integrazioni istruttorie. Sono anche stati acquisiti telefonate registrate e messaggini. Infine ieri, nell’udienza decisiva, il pm stesso ha chiesto il non luogo a procedere per entrambi i reati, richiesta a cui s’è unita la difesa, mentre i legali della donna hanno fatto presenti le violenze psicologiche. Il giudice ha deciso per il non luogo a procedere. Il padre ha subito ottenuto la possibilità di vedere più a lungo la figlioletta, anche se saranno il giudice civile e gli assistenti sociali ad avere l’ultima parola. Restano in rete i video, resta in un armadio un’attrezzatura da 6mila euro tra telecamere, macchine fotografiche e faretti.