"Mancano gli appartamenti in affitto: incontriamo ostacoli"

Il contesto: "C’è una crescente diffidenza da parte dei proprietari degli immobili"

Migration

"Al momento presso la Papa Giovanni XXIII ospitiamo 126 immigrati di cui 37 provenienti dall’Ucraina". Fabio Salati fotografa la situazione attuale per quanto riguarda la situazione dei migranti ospitati all’interno della cooperativa di cui è direttore. Salati punta immediatamente su quello che, al momento, è il problema più grave in un contesto in cui l’accoglienza a Reggio rimane un fiore all’occhiello: "Quello di trovare degli appartamenti in affitto dove ospitare gli immigrati appena usciti dai Centri di Accoglienza o che, magari, hanno in mano un contratto di lavoro a tempo indeterminato e hanno la necessità di un alloggio. Difficile trovare situazioni favorevoli per una cooperativa come la nostra da parte dei proprietari – sottolinea Salati –. È una cosa un po’ particolare, perché di abitazioni in vendita ce ne sono finché si vuole, ma sull’affitto stiamo incontrando ostacoli. Soprattutto percepiamo una crescente diffidenza da parte dei proprietari. L’Amministrazione Comunale? Sono sensibili sul tema".

In un quadro, tutto sommato, solidamente radicato in una città che sull’accoglienza, e sui circuiti ad essa connessi non si è mai tirata indietro: "Gli standard che ci siamo imposti, da sempre, sono davvero molto alti – conferma Salati –. Si può sempre migliorare, ma nel contesto generale possiamo dire che il livello dell’accoglienza a Reggio è di prim’ordine".

Il tema dell’integrazione e della ‘convivenza’ tra un flusso tradizionale e quelli che scappano dalla guerra in Ucraina fa capolino anche nei discorsi del presidente della Papa Giovanni: "Sono due tipi di immigrazione che necessitano di attenzioni e di approcci diversi – spiega –. Premesso che una buona parte dei profughi ucraini arrivati a Reggio sono già rientrati in patria perché, magari, il conflitto si è spostato in una zona diversa, le esigenze che hanno sono diverse rispetto ad un ghanese o a un maliano". Così come anche il tema della ‘dispersione’ ha rilevanza nel circuito dell’accoglienza reggiana: "Dipende dal Paese di provenienza delle persone – analizza Salati –. Pensiamo ai Siriani o a coloro che provengono da alcuni paesi del Nord Africa, per loro l’Italia è semplicemente una tappa intermedia. Approdano da noi, ma per poi spostarsi in Germania, Francia, Inghilterra". Infine, un macro tema che potrebbe risultare interessante in futuro riguarda una possibile ‘stretta’ sull’accoglienza che potrebbe caratterizzare il nuovo Governo appena insediato: "La speranza è che cambi poco. Poi è chiaro che la possibile caratterizzazione di questo Governo è di un certo tipo – conclude Salati –. E comunque possiamo parlare quanto vogliamo, ma il problema in realtà è molto, molto, concreto: vi sono persone che arrivano con mezzi di fortuna sulle coste del nostro Paese, e queste, in un modo o nell’altro vanno aiutate. C’è poco da aggiungere a tutto questo".

ni. bo.