
A testa alta: l’imprenditore ed ex assessore ai lavori pubblici di Casina, Tommaso Manfreda
"È finito un incubo". L’imprenditore edile Tommaso Manfreda, ex assessore di Casina nella giunta del sindaco Stefano Costi, ha ottenuto la revoca del diniego di iscrizione della propria impresa alla ‘White List’, l’elenco di imprese non soggette a tentativi di infiltrazione mafiosa. L’esclusione avvenne nei primi mesi del 2023 con un’interdittiva a firma del Prefetto Cocciufa. Manfreda decise di dimettersi sia da assessore sia da consigliere comunale. Contestualmente venne introdotta una commissione prefettizia per valutare se l’Amministrazione casinese fosse stata soggetta a infiltrazioni o tentativi di infiltrazione. L’indagine a fine 2023 aveva portato il Ministero dell’Interno a sostenere l’assenza di di infiltrazioni mafiose. Nel frattempo il tribunale diede la possibilità all’impresa di Manfreda di lavorare almeno nel settore privato (nella provincia di Reggio infatti, caso unico in Italia, l’interdittiva antimafia impedisce non solo l’attività nel pubblico). Ma ora Manfreda potrà tornare nuovamente nell’elenco delle ’White List’ essendo stato riconosciuto pulito a tutti gli effetti.
"Quando presentai la richiesta di iscrizione alla ’White List’ – dice Manfreda ripercorrendo quei momenti – Non avevo dubbi sul fatto che l’avrei ottenuta, quando mi arrivò la comunicazione di mancata iscrizione da parte della Prefettura rimasi incredulo, mi sentii cedere la terra sotto i piedi. È stato un passaggio che ha sconvolto la vita mia e della mia famiglia. È stato un momento durissimo, sono riuscito a superarlo solo perché ho avvertito il sostegno e l’affetto della mia famiglia, ma anche di parenti e tanti amici di Casina che mi hanno dimostrato la loro fiducia. Ho mantenuto salda la mia fiducia convinto che la mia condizione pulita sarebbe emersa".
Infine un rimpianto: "Ho costantemente vissuto l’incarico di assessore come un servizio per il mio paese, dove sono nato e cresciuto. Mi sentivo quasi più un volontario che un politico, il mio obiettivo era cercare di migliorare strutture e servizi. Mi spiace che questo mio ruolo sia dovuto finire in un modo così violento, ma purtroppo è andata così. C’è rammarico, certo. Ma ci tengo a ringraziare il mio legale Valter Azzolini per il suo operato e tutte le persone che mi sono state vicine".
Settimo Baisi