
"Dipendenti offese e umiliate". Comunicazione interna del patron Maramotti: "La nostra azienda si basa da sempre sul rispetto e il benessere delle persone".
A seguito di "speculazioni offensive e denigratorie delle condizioni lavorative vigenti all’interno della nostra azienda", il patron di Max Mara Luigi Maramotti ha inoltrato ieri una comunicazione interna ai suoi collaboratori, in riferimento alla vicenda della Manifattura San Maurizio (che fa parte del Gruppo). Il caso ha riscosso una certa eco mediatica, essendo nei giorni scorsi approdato anche in Parlamento. Al centro della vicenda ci sono non solo lo sciopero e la protesta sindacale, ma anche le clamorose denunce delle dipendenti, che hanno riferito di essere insultate (chiamate “mucche da mungere”, “grasse” e “obese” e invitate dai superiori a fare ginnastica a casa), sottoposte a controlli umilianti (ad esempio su quante volte vanno in bagno), a turni massacranti e pagate a cottimo.
"Tengo a ribadire che le affermazioni pubblicate non rappresentano in alcun modo la realtà dei fatti – prosegue Maramotti – e che la nostra attenzione è sempre stata e sempre sarà rivolta alla costruzione di un ambiente di lavoro fondato sul rispetto reciproco e garante del benessere psicologico, fisico e mentale delle persone. Rispettiamo e tuteliamo pienamente i diritti di tutte le lavoratrici e i lavoratori, recependo integralmente tutte le normative vigenti a loro tutela". "Siamo un’azienda fatta di migliaia di persone – prosegue il presidente di Max Mara Fashon Group – che ogni giorno con etica, passione e competenze uniche contribuiscono in modo determinante a fare di Max Mara non solo un simbolo di eccellenza nel mondo della moda, ma anche un custode di valori e principi etici che perdurano nel tempo". "L’azienda – conclude – continuerà a garantire gli spazi adeguati affinché chiunque possa esprimere civilmente e con rispetto le proprie opinioni senza timore di ripercussioni di alcun tipo".
La protesta delle lavoratrici della Manifattura San Maurizio è approdata alla cronaca locale dopo due giornate di sciopero, le prime da oltre quarant’anni, con annessa manifestazione di protesta davanti al Tecnopolo di Reggio. Due giorni fa la deputata del M5s Stefania Ascari ha presentato un’interrogazione alla ministra del Lavoro, Calderone, per chiedere di fare chiarezza sulla situazione, e così pure il collega pentastellato Andrea Quartini: "Siamo di fronte alla più totale mancanza di rispetto della dignità umana. Il governo venga a riferire in Parlamento: si metta fine a questo andazzo".
Una richiesta a cui ha fatto seguito anche quella dei deputati Marco Grimaldi e Francesco Mari, entrambi esponenti di Avs alla Camera, al fine di "promuovere l’intervento dell’Ispettorato nazionale del lavoro presso Manifattura San Maurizio, per verificare le condizioni lavorative e il rispetto della normativa vigente in materia di tutela della salute, della sicurezza e della dignità delle lavoratrici".