Marchesi: "Riforma Irccs preoccupante"

La direttrice generale dell’Ausl in audizione in Regione. E Andrea Costa (Pd): "Serve dare giusto riconoscimento al personale pubblico"

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"Questa riforma ci preoccupa. Temiamo sia complicato rispettare parametri particolarmente stringenti sul rapporto tra personale di ricerca e non. Occorre, quindi, favorire le collaborazioni con le università". Sono queste le parole della direttrice generale dell’Ausl Cristina Marchesi, riguardo alla riforma degli Irccs richiesta dal governo. Durante l’audizione in Regione avvenuta ieri, infatti, erano stati invitati i direttori di struttura e delle ausl di riferimento dei cinque Irccs presenti in regione: tre a Bologna, uno a Reggio e uno a Forlì. Nella legge dell’agosto 2022 si prevedeva, come spiegato dalla presidente della commissione Politiche per la salute, la reggiana Ottavia Soncini, "la riorganizzazione di questi istituti entro fine dicembre". Marchesi non nasconde un certo timore davanti alle intenzioni poco chiare espresse da questa legge, che rischia di costringere gli Irccs a federarsi o a perdere parte della propria autonomia.

Per il luzzarese Andrea Costa (Pd), che ha richiesto questa audizione, "serve un’azione politica perché a livello nazionale si affrontino i nodi a cui questo decreto non dà risposte. Sono tante le ombre ed è importante aumentare le risorse nel settore della ricerca. Il pubblico deve continuare a occuparsi di ricerca in sanità, serve dare il giusto riconoscimento (anche economico) al personale dedicato e occorre potenziare le infrastrutture collegate. Serve, quindi, una strategia, anche regionale, per tutelare le eccellenze che in questa regione già ci sono".

Sul tema degli stipendi dei ricercatori si gioca gran parte della partita, come spiegato bene anche dalla direttrice generale del Sant’Orsola Chiara Gibertoni "gli Irccs pubblici si trovano in svantaggio rispetto a quelli privati, anche in termini contrattuali per i ricercatori". Sulla stessa linea Marco Seri, responsabile dell’Irccs del Sant’Orsola: "È fondamentale far crescere questi medici e garantire loro contratti adeguati. Dobbiamo puntare sulla ricerca, rendendola attrattiva, e deve esserci certezza sul tema delle stabilizzazioni".

Anche per il direttore scientifico dell’Irccs di Reggio Emilia, Antonino Neri, “c’è assenza di qualifiche e di inquadramento rispetto al personale sanitario degli Irccs, pertanto serve una revisione del contratto nazionale”. lle stabilizzazioni”.

Anche per Teresa Rossi, in rappresentanza delle associazioni dei ricercatori, "è centrale riconoscere le professionalità di questi lavoratori, in quanto i contratti sono inadeguati e mancano le tutele".