"Maresciallo, ti taglio la gola": condannato

Sei mesi di reclusione per Rocco Scarfone che nel 2016 minacciò in maniera pesante il luogotenente Vincenzo Marano

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Condannato a 6 mesi di reclusione e a 450 euro di multa, oltre alla corresponsione di una somma a titolo di risarcimento danni e al pagamento delle spese processuali. Si è chiusa così l’ultima vicenda giudiziaria che vedeva come imputato Rocco Scarfone, 61 anni, nato a Rosarno (Reggio Calabria) ma residente a Castellarano e difeso dall’avvocato Gisella Mesoraca del foro di Reggio. Scarfone era accusato dei reati di violenza e minaccia a pubblico ufficiale, il luogotenente e comandante della stazione dei carabinieri di Scandiano, Vincenzo Marano – costituitosi parte civile e difeso dall’avvocato Mattia Fontanesi - , oltre che di diffamazione, e di minaccia aggravata. I fatti risalgono al dicembre del 2016, quando Marano, allora maresciallo capo, era in forza alla stazione dei carabinieri di Casalgrande. All’epoca Scarfone lo accolse minacciandolo con la frase "Stai attento, ti spezzo le gambe, ti taglio la gola", al momento di restituirgli gli effetti personali in quanto rinchiuso in carcere per una precedente rapina (compiuta assieme ai due figli, nei confronti di un 23enne avente un debito nei confronti degli aggressori, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, tra i 700 ed i 1000 euro, e che fu, in base alle cronache di allora, colpito a frustate). Quella fu una delle varie frasi pronunciate dal 61enne all’indirizzo del militare riferendosi non solo a lui direttamente, ma anche nei confronti dei suoi superiori. Nell’atto di imputazione, si evidenzia come Scarfone, sempre all’atto della restituzione dei suoi effetti avrebbe invitato, in tono minaccioso, a riferire all’allora comandante di Marano di portargli: "le chiavi di casa, del furgone, della cappella dove è sepolto mio fratello, altrimenti lo denuncio per furto… Ditelo al vostro comandante, gli faccio ingoiare una m*****a così". Ieri, prima della discussione e della Camera di consiglio è stato ascoltato lo stesso imputato che ha fornito la sua versione dei fatti e il luogotenente Marano. Oltre a loro, hanno deposto davanti al giudice Ghini, anche gli altri militari presenti quel giorno e che hanno raccolto le minacce di Scarfone all’indirizzo di Marano e i due figli del 61enne, uno dei quali si è avvalso della facoltà di non rispondere essendo legato da grado di parentela con l’imputato. Il Pubblico Ministero, il sostituto procuratore Valentina Salvi, ha chiesto un anno di reclusione. Il giudice, come detto, dopo la Camera di consiglio, ha condannato Scarfone alla pena di 6 mesi. "Siamo soddisfatti – ha dichiarato al termine l’avvocato di parte civile, Mattia Fontanesi – Sono stati accolti i contenuti presenti nella querela sporta dal mio assistito nel febbraio del 2017". L’avvocato Mesoraca preannuncia Appello: "Attendiamo di leggere le motivazioni, e poi ci concentreremo sul Secondo Grado".