Marijuana nel cimitero di Coviolo: ecco come la coltivavano

Un tugurio ai margini della grande area era stato trasformato in serra abusiva. Due settimane fa il blitz della Polizia locale

Coltivavano marijuana nel cimitero

Coltivavano marijuana nel cimitero

Reggio Emilia, 2 febbraio 2023 – Difficile trovare un posto più tranquillo, silenzioso, dove nulla può turbare i presenti e dove gli sporadici ospiti compaiono solo ad orari programmati, e si muovono compunti, sguardo a terra.

Insomma, perché no? Perché non coltivare la marijuana al camposanto?

E’ accaduto davvero, nella grande area verde del cimitero di Coviolo. Ora: non sono note quantità e durata della produzione. Di certo una quindicina di giorni fa sono arrivati gli agenti della Polizia municipale e la serra, in un gran silenzio, è stata smantellata.

L’inconsueta piantagione è cresciuta con amorevoli cure ai margini della grande area verde di via fratelli Rosselli, una superficie della cui vastità si ha contezza solo passeggiando lungo il perimetro interno, delimitato da un muro di cemento.

Per fare un giro completo, senza fretta, serve poco meno di un’ora. L’area verde confina in parte con la chiesa di Coviolo, in parte – superato un canneto – con un grande e disordinato deposito di sale e materiali lapidei; qua e là un paio di piccoli edifici forse mai utilizzati, al cui interno giacciono abbandonati dei bidoni di plastica. Una carraia porta diritto a un cancello interno, aperto: ed è qui, occultato nel verde della vegetazione naturale – accanto a un paio di prefabbricati ad uso del cimitero – che qualcuno aveva allestito la serra proibita.

A distanza di un paio di settimane dal frettoloso smantellamento, le tracce sono ancora evidenti. Alle pareti della piccola baracca – di pochi metri quadrati – materiale isolante e riflettente; dal soffitto, penzolanti, un paio di lampade utilizzate per illuminare e scaldare le piantine (chiaro che la luce arrivava qui attraverso un allacciamento abusivo); un ventilatore a piantana per arieggiare la baracca; a terra, nella confusione dovuta al frettoloso stop, vasetti e flaconi semivuoti; l’acqua del Modolena, per dissetare le piante, scorre a pochi passi da qui.

Tutto ben organizzato. Fino al blitz della Polizia municipale. Chi avrà parlato? Di sicuro, uno che veniva da fuori.