Mascherina per correre (e non solo), ora c'è. È nata a Reggio

Sviluppata dall’azienda cittadina O2up in collaborazione con il politecnico di Torino: già richiesta da una nazionale di sci nordico

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Reggio Emilia, 11 ottobre 2020 - Forse già a dicembre potremo vedere protagonisti degli sport invernali a livello professionistico, o ciclisti e podisti amatori delle nostre strade, indossarla. Perchè la mascherina performante predisposta da un’azienda torinese in collaborazione col locale Politecnico e sperimentata e testata a Reggio Emilia, potrebbe essere pronta, in quel periodo, per la commercializzazione. Avrebbe un impiego utile e importante nell’era del Covid 19, ed è significativo che a valutarne qualità e impatto sulle persone sia stata un’azienda del nostro territorio: la O2up, fondata da Danilo Manari, noto cardiologo nel cui curriculum ci sono importanti collaborazioni con società calcistiche (Real Madrid e Inter su tutte più vari club di Premier League e Ligue1) e altre realtà sanitarie e sportive. Nei mesi scorsi, in collaborazione col Centro Cuore & Salute di Reggio l’equipe di Manari, formata dal medico e dal trio di collaboratori Giacomo Faraci, Giacomo Ceci e Sergio Antichi, ha iniziato la valutazione del prototipo piemontese. Una sperimentazione che è arrivata alla fase finale. Come ci spiega Giacomo Faraci, Amministratore Delegato di O2Up.

Quando sarà possibile acquistare questa mascherina? "La nostra azienda si è occupata e si occuperà solo di testare i prototipi e darne un giudizio tecnico funzionale. La parte commerciale non la seguiamo noi". 

Uno degli obiettivi, anticipati in un’intervista su queste colonne a giugno dal dottor Manari era che la mascherina incidesse il meno possibile sulle performance sportive degli atleti. I test condotti da O2up cosa dicono in proposito?

"Che possiamo essere ottimisti. I filtri che abbiamo valutato garantiscono buoni flussi respiratori, così come la struttura stessa della maschera non limita il campo visivo degli atleti. Due fattori fondamentali quando si fa sport. Ciò che stiamo valutando con i produttori, inoltre, riguarda la possibilità di applicare ai filtri delle resistenze dosate per lavorare sulla muscolatura respiratoria con l’obiettivo di migliorare la performance degli atleti grazie al loro utilizzo".

Confermate la possibilità che possa essere utile anche agli sportivi amatoriali? "Da un punto di vista tecnico assolutamente si, non c’è differenza nella capacità di utilizzo tra l’essere amatori o professionisti. Inoltre crediamo che sarà utilizzata principalmente negli sport di resistenza sopratutto dagli atleti che si allenano in ambienti altamente inquinati".

Risulta che vi siano già società interessate all’acquisto di questa mascherina? "Per quanto ci riguarda noi siamo entrati in contatto con una nazionale di sci nordico di altissimo livello, molto interessata a capirne il funzionamento, con la quale stiamo valutando di poter adeguare il dispositivo anche a temperature molto fredde. Stiamo analizzando anche la possibilità di inserire un dispositivo che permetta di riscaldare in parte l’aria inspirata".

E’ una bella soddisfazione avere contribuito a realizzare un prodotto così importante... "Negli anni ci siamo conquistati la stima di molti, per le nostre referenze e le tecnologie che usiamo. Indubbiamente siamo contenti di avere lavorato a questo dispositivo".

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