Matteo Rinaldini nel pool del ministero: "Smart working, nuove linee guida"

Il professore dell'Unimore chiamato come consulente: detterà le linee guida del lavoro agile: "Non torneremo in massa nei luoghi di lavoro"

Matteo Rinaldini, 44 anni: farà parte del pool di esperti del ministro Andrea Orlando

Matteo Rinaldini, 44 anni: farà parte del pool di esperti del ministro Andrea Orlando

Reggio Emilia, 16 aprile 2021 - "Il mondo del lavoro cambierà quando usciremo dalla pandemia e così anche le aziende e le città stesse. Comprendiamo però le differenze tra il lavoro agile e il lavoro casalingo: quest’ultimo è quello che molti oggi sono costretti a fare, ma in futuro non sarà così". Lo dice il prof Matteo Rinaldini, associato di ’Sociologia dei processi economici e del lavoro’ al Dipartimento di Comunicazione ed Economia di Unimore: il docente reggiano è stato appena chiamato a far parte di un gruppo di otto esperti al Ministero del Lavoro: dovranno studiare la situazione ed elaborare proposte per definire linee di indirizzo sullo smart working nel pubblico e privato per il dicastero retto da Andrea Orlando.  

Professore quale sarà il suo ruolo al ministero? "Immagino saremo di supporto a un processo decisionale che, intravvedendo la fine della pandemia, dovrà essere portato a termine. Siamo colleghi di diverse discipline e ci applicheremo negli studi e analisi della situazione odierna e futura". Qual è la situazione? "Intanto occorre tenere presente che non tutti i lavoratori hanno lasciato fisicamente l’azienda perché tanti in questo anno non hanno mai smesso di recarsi ogni giorno presso la propria fabbrica o il proprio ufficio. Detto ciò oggi molti fanno home working e non smart working". Quali le differenze? "Il lavoro agile, smart appunto, è una modalità di prestazione fuori dalle mura aziendali, ma quasi mai presso la propria abitazione. Si fa smart working in luoghi di co-working o da qualunque altro luogo vicino o lontano. L’home working invece è il lavoro da casa. Questioni complesse che dovremo risolvere perché il lavoro non sarà per sempre nel soggiorno di casa". Come sarà il futuro del lavoro ? "Una parte delle persone sarà destinata a fare un lavoro misto, magari un paio di giorni in ufficio e il resto fuori anche se credo che questa fetta non sarà ampia come ora. Certo che finita la pandemia non torneremo in massa nei luoghi di lavoro come in precedenza". Ciò cosa comporterà? "Una nuova organizzazione Cambieranno il coordinamento, l’interdipendenza sia verticale che orizzontale con i colleghi. Dovremo cercare di ridimensionare varie criticità mettendo al centro il tema della conoscibilità della prestazione lavorativa. Per alcuni il lavoro potrà essere a tempo, per altri per obiettivi". Si pone un problema di produttività? "Non mi pare che da remoto, in genere, ci sia l’abbattimento di produttività che qualcuno paventa. Anzi spesso a casa stiamo lavorando di più, senza orari". Quali saranno le categorie soggette allo smart working? "Parlerei di mansioni più che di categor ie e chiaramente il lavoro generico da ufficio sarà più facile delocalizzarlo. Ma i cambiamenti dipendono in gran parte dallo sviluppo delle tecnologie negli anni". La società com’è cambiata ? "Usciremo dal lungo periodo di home working provati, stanchissimi. Oggi infatti c’è stanchezza e confusione: se agli inizi della pandemia abbiamo vissuto come in una bolla oggi prevale forse un po’ l’angoscia e appunto la stanchezza".