Reggio Emilia, la morte di Mattia Dall'Aglio. "Era disteso a terra, pensavano dormisse"

L’atleta 24enne trovato morto in palestra, lo strazio del padre: "Stava bene, aveva fatto di recente degli esami medici"

Mattia Dall’Aglio, il forte nuotatore reggiano, è stato stroncato da un malore in palestra a Modena

Mattia Dall’Aglio, il forte nuotatore reggiano, è stato stroncato da un malore in palestra a Modena

Reggio Emilia, 8 agosto 2017 – Un ragazzo abituato ad affrontare la vita a bracciate, in vasca così come nello studio e sul lavoro, dove sarebbe voluto arrivare lontano. Con tutto il vigore e la forza dei suoi ventiquattro anni, guardava al mondo, Mattia Dall’Aglio, il giovane nuotatore, studente universitario e imprenditore stroncato da un malore domenica pomeriggio nella palestra dei vigili del fuoco a Modena, mentre si stava allenando. Nella loro casa di via Luthuli, nel quartiere di Buco del Signore, il padre Gianluca Dall’Aglio acccoglie l’andirivieni di amici che abbracciano lui e la moglie Fabrizia Ferrari, straziati per la morte del loro unico figlio.

Difficile accettare che il fisico forte, possente e allenato del loro Mattia, nuotatore agonista, possa aver ceduto così, all’improvviso. «Mattia stava bene. Non fumava, non beveva. Domenica pomeriggio abbiamo pranzato insieme: era in forma, come al solito. Poi alle 14.30 è andato a Modena». Nella città ducale il giovane va ad allenarsi: «Era solito fermarsi anche dopo il lavoro». Anche domenica il 24enne va in palestra, in una saletta, a fare esercizio: «Non stava sollevando pesi. Stava facendo estensioni – spiega il padre –. Non è caduto, lo hanno trovato sdraiato a terra senza tracce di sangue intorno. A vederlo per primo è stato un vigile del fuoco. ‘Mattia – gli ha detto – stai dormendo?’. A volte succede che in quella saletta dopo un esercizio i ragazzi rimangano sdraiati a terra per riprendere il fiato. Invece...». Invece Mattia non si è più rialzato. «L’hanno trovato lontano dalle attrezzature, con la schiena appoggiata al pavimento e le mani stese in avanti – prosegue il padre –. Il responsabile del gruppo sportivo, Mirco Merighi, mi ha spiegato che quella di Mattia era la classica posizione di chi fa esercizio per stirare i muscoli». I soccorritori usano anche il defibrillatore, ma invano. «Alle 19 siamo stati chiamati e siamo corsi là. Mattia era da solo, nella saletta. In quella attigua ci sono sempre giovani che fanno esercizi, poi c’è la piscina. C’è sempre via vai. Eppure nessuno lo ha visto in difficoltà. Non sappiamo al momento neppure quanto tempo sia passato da quando è morto al ritrovamento».

Il giovane, stando a quanto racconta il padre, di recente si era sottoposto a controlli medici, con esito negativo: «Negli ultimi giorni non aveva lamentato alcun malessere. Era affetto da anemia mediterranea, ma non può essere collegata a quanto gli è successo. Un paio di mesi fa – racconta – era stato operato al naso a Modena: quando faceva le elementari lo aveva sbattuto contro il banco a scuola e la cartilagine stava sporgendo troppo. Ma non aveva problemi di respirazione. Prima si era sottoposto a tutti gli esami, anche cardiologici, che non avevano rilevato anomalie». Il padre scuote la testa: «È stata una morte inaspettata. Attendiamo una risposta dall’autopsia, se sarà disposta – dice l’uomo –. Forse non ha retto il cuore, chissà».

Quel cuore che sapeva battere forte anche fuori dalla vasca. Il padre mostra alcune foto che gli sono assai care: «Eccolo, mio figlio, alle Universiadi in Corea, nel 2015. E poi quindici giorni fa, a Londra, alla laurea di suo cugino». Un grande sorriso, un fisico statuario, un ragazzo «impegnato e volonteroso». Dopo un paio di anni al liceo scientifico Moro di Reggio, si era iscritto al liceo tecnologico Corni a Modena. «Aveva terminato venti giorni fa tutti gli esami della laurea in Economia e marketing internazionale, a Modena. Si sarebbe laureato in autunno. Faceva l’imprenditore in due aziende. Un anno fa aveva provato a fare le prove per le Olimpiadi, ma i tempi non erano stati sufficienti. Così aveva deciso di impegnarsi a fondo nello studio e nelle imprese». Ambiti in cui aveva portato lo sprint del nuotatore, che solo la morte è riuscita a fermare.