
La segnalazione dei volontari, impegnati in un’ordinaria attività di raccolta rifiuti. Ferrari: "Il Comune sta minimizzando? I cittadini devono essere consapevoli". .
di Francesca Chilloni
Frammenti di amianto a oltre 800 metri dall’epicentro del rogo che nella notte tra il 10 e l’11 febbraio ha devastato lo stabilimento Inalca. Li hanno scoperti sabato i volontari della Brigata San Prospero, uno dei gruppi operativi di Ripuliamoci. Lo comunica il Comitato Amianto Zero, nato proprio per tutelare la salute dei residenti della zona circostante via Due Canali.
Il Comitato perciò ribadisce "l’urgenza di un intervento professionale sistematico in tutte le aree potenzialmente contaminate e dove si continuano a trovare residui di amianto, e di una campagna informativa efficace sulla pericolosità dei materiali dispersi - che comunque non sono ancora stati catalogati, così come non è mai stato detto di cosa si tratti. Il Comune non può continuare ad ignorare e minimizzare le conseguenze del disastro".
La Brigata, l’altro ieri, si era data appuntamento in via Emilia Ospizio per una delle consuete operazioni di pulizia del territorio. Quello che doveva essere un classico sabato pomeriggio dedicato alla raccolta dei rifiuti abbandonati si è trasformato in un’ulteriore fonte di preoccupazione e insoddisfazione per la gestione dell’emergenza post-incendio. "Oltre ai consueti rifiuti urbani, abbiamo tirato su numerosi ‘regalini’ piovuti dal cielo - raccontano da Ripuliamoci -. A un mese dal rogo continuiamo a trovarne e rimuoverne praticamente ovunque in zona".
Evidentemente, complici i venti, la colonna di fumi tossici e ceneri ha sparso eternit oltre l’area conoidale inizialmente individuata come quella di ricaduta. Le piogge di febbraio non hanno contribuito a spazzare via tutti i residui dal quartiere e zone limitrofe, come via Morandi.
"Il Comune ha realmente presente la situazione e la sua vastità? Alcuni residui saranno sicuramente stati classificati come non pericolosi da sindaco e Arpae, ma non possiamo accettarli come normali o ignorarli" insiste Stefano Ferrari, fondatore di ReggioEmiliaRipuliamoci e vice presidente di Amianto Zero. "I residui inoltre contribuiscono sicuramente a peggiorare la qualità del suolo - sottolinea Ferrari - Aree private, tetti, parchi pubblici… In ogni dove c’è amianto e altri residui. La situazione è ancora più preoccupante se ci aggiungiamo il mix micidiale di scarsa consapevolezza dei cittadini e la minimizzazione dei potenziali rischi da parte dell’amministrazione comunale".
Il Comune e il Coc distribuiscono a richiesta kit gratuiti con tute e mascherine Fp3 per la bonifica fai-da-te delle pertinenze di casa, ma in molti non lo sanno ed ignorano i rischi per la salute. Sabato ad esempio è stato segnalato che un residente di San Prospero che "ha numerosi frammenti di cemento-amianto nel prato, ha tranquillamente falciato l’erba e ha persino organizzato in giardino una festa con bambini". Stefano Ferrari con Amianto Zero rimarca "non possiamo lasciare che i cittadini, per mancanza di informazioni o sottovalutazione, continuino a vivere a stretto contatto con le fibre di amianto e materiali fortemente contaminanti. Le autorità competenti devono estendere le operazioni di bonifica ben oltre il perimetro attualmente considerato e fornire indicazioni chiare alla popolazione".