
Davide Gruppi, presidente Lapam Confartigianato Meccanica: «È fondamentale intervenire con misure concrete per la stabilità»
Il settore della meccanica, colonna portante dell’economia reggiana, sta attraversando una fase complessa. L’ultima analisi dell’ufficio studi di Lapam Confartigianato fotografa infatti una situazione caratterizzata da un calo dell’export, un’impennata delle ore di cassa integrazione e difficoltà crescenti nel reperire personale qualificato. E Reggio registra la flessione più marcata in Emilia-Romagna: -9,6% nei primi undici mesi del 2024. Un calo trainato soprattutto dalla contrazione della domanda di macchinari, che segnano un -11,9%.
Parallelamente, il ricorso alla cassa integrazione è in forte crescita. Con 7,5 milioni di ore autorizzate, Reggio si colloca al quinto posto a livello nazionale per incremento nel settore meccanico, segnando un +158,6% rispetto al 2023. Il dato è ancora più critico nel comparto artigiano: secondo l’Fsba nei primi undici mesi dell’anno Reggio è al secondo posto nazionale (+232,6%) l’assegno di integrazione salariale (+139,9%).
Ma le brutte notizie non si fermano qui. Nonostante il calo del 15,1% delle assunzioni previste dalle imprese del settore, trovare personale specializzato resta una sfida dal momento che il 60,7% delle figure ricercate è considerato difficile da reperire.
"La contrazione dell’export dei macchinari e l’aumento esponenziale della cassa integrazione pongono interrogativi significativi sulla tenuta del settore nel medio-lungo periodo. È fondamentale intervenire con misure concrete che possano garantire stabilità e crescita al settore – spiega Davide Gruppi, presidente Lapam Confartigianato Meccanica –. Servono un fondo sovrano per sostenere gli investimenti e ammortizzatori sociali per non disperdere le competenze acquisite nelle possibili fasi di difficoltà delle imprese".