Reggio Emilia, trenta medici no-vax verso il reintegro

Il ministro della Salute vuole abolire il provvedimento. Ragni, vicepresidente dell’Ordine: "L’obbligo non ha più senso"

 

Reggio Emilia, 29 ottobre 2022 - Un passo verso un’apparente normalità. Se le parole del ministro della Salute Orazio Schillaci non rimarranno soltanto una dichiarazione, allora entro l’anno sarà tolto l’obbligo vaccinale per quei camici bianchi che hanno deciso di non vaccinarsi e che non avendo mai contratto il Covid (e quindi ottenuto il green pass) risultano ancora sospesi.

In realtà, dopo tanti mesi, il numero dei medici reticenti si è ridotto molto e oggi l’Ordine ne conta soltanto trenta in tutta la provincia. Un numero che potrebbe anche diminuire da qui a fine anno, se qualcuno venisse contagiato dal virus e ottenesse il green pass.

In ogni caso il vicepresidente dell’Ordine dei medici chirurghi e Odontoiatri, dottor Pietro Ragni, per decenni impegnato proprio nel dipartimento di Salute pubblica dell’Ausl, si dice favorevole all’apertura: "In questo momento anche io lo ritengo ragionevole". E motiva: "Io faccio un ragionamento di sanità pubblica. Primo punto: lo stato d’emergenza è stato sospeso, dopo un’epidemia che è stata devastante e che aveva come unico strumento efficace, anche se con dei limiti, il vaccino. C’era un’altra condizione che dava conto della ragionevolezza di quel provvedimento, che era la bassa adesione. Ma oggi con l’obbligo qual è il vero vantaggio? Già dai primi mesi di quest’anno abbiamo avuto una adesione altissima tra i medici, attorno al 98%. Con l’obbligo agisco su quel 2%: una parte non aderirà e aumenterà il livore sociale, un’altra parte piccola si vaccinerà. Di fatto si recupera un irrisorio 0,5%, quindi che senso ha mantenere l’obbligo? L’anno scorso aveva senso, anche come segnale etico per la difesa della popolazione, e questo è molto rilevante secondo me: fare il medico significa dare anche l’esempio. Ma man mano che passa il tempo il virus è cambiato, soprattutto nella sua letalità. In queste condizioni il ragionamento sull’obbligo cambia in modo determinante".

Insomma, il gioco non val più la candela. E recuperare 30 medici in più, in questo momento, fa molto comodo alla nostra Sanità.

L’Ausl infatti da mesi continua a rinnovare i bandi per la ricerca di personale da destinare a vari settori e a ospedali periferici. Uno degli obiettivi principali rimane quello di riaprire, se possibile, i punti di primo soccorso degli ospedali di Scandiano e Montecchio. Ma mancano anche oculisti, anestesisti e personale disposto a spostarsi anche al Sant’Anna di Castelnovo Monti. La ricerca continua.