Meno Covid, ma il pronto soccorso esplode

Il direttore del presidio Giorgio Mazzi: "Il virus ha un impatto minore, ma ora a preoccupare è la grande richiesta per le altre patologie"

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di Giulia Beneventi

Come vasi comunicanti, l’attività ospedaliera Covid e non-Covid continua a mantenersi in equilibrio, non senza sforzi.

Ora infatti lo sbilanciamento va verso i pronto soccorso provinciali, che solo nella giornata di lunedì hanno registrato una media di 500 accessi.

"Il picco più alto da metà febbraio 2020 a oggi" riferisce il direttore del presidio pronvinciale, Giorgio Mazzi. Un’affluenza del genere, insomma, non si vedeva da prima della pandemia. "La differenza - aggiunge il direttore - è che di solito nel mese di giugno si nota una tendenza opposta, oltre al fatto che adesso due ps, quelli di Scandiano e Correggio, sono sono chiusi".

L’impegno della sanità ora dovrà far fronte a tutta la richiesta non-Covid, che negli ultimi sette mesi è rimasta pressoché immobilizzata. "Stiamo tornando ai livelli di un anno fa" considera la direttrice generale Ausl, Cristina Marchesi. Tutti i dati che interessano il Covid sono in discesa, a partire dalla terapia intensiva che resta occupata per il 75%. Ieri, sui 22 letti disponibili, 7 erano dedicati a pazienti Covid e 10 a pazienti non-Covid."Questo non ci deve indurre, ovviamente, ad abbassare la guardia - ha aggiunto Marchesi -. Dovrà essere un’estate vissuta con serenità e serietà, per non avere un autunno come quello dell’anno scorso".

Le vaccinazioni nel frattempo hanno raggiunto quota 122mila reggiani immunizzati - quindi che hanno ricevuto prima e seconda dose. Da oggi in tutta l’Emilia-Romagna si aprono le prenotazioni per la fascia d’età 30-34, mentre nel Reggiano sono arrivati a 6750 i 35-39enni che hanno aderito alla campagna vaccinale. Una partecipazione un po’ a rilento (gli aventi diritto sono 20.500) che però ha dovuto aver a che fare con diversi problemi tecnici online, sul fascicolo sanitario elettronico.

Gli open days hanno già delle liste di riserva, nel caso qualcuno avesse provato a prenotarsi due volte o dovesse poi disdire, per far sì che nessun posto resti vacante. Sulla questione Johnson&Johnson e somministrazione sotto i 60 anni "non abbiamo ancora ricevuto direttive - è la risposta della direttrice -. Se dovesse arrivare uno ’stop’, il piano B resta quello della flessibilità: vedremo, in quel momento, come adeguarci in base anche alle consegne che arriveranno".