
La chiesa del Sacro Cuore a Baragalla: oggi alle 18.30 la messa oggetto di polemiche
Reggio Emilia, 25 giugno 2025 – Questa messa proprio “non s’ha da fare”, avrebbe scritto il Maestro Alessandro Manzoni, parafrasando il noto e non benevolo invito rivolto dai Bravi di Don Rodrigo al povero don Abbondio.
Decisamente meno titubante, e sul tema già in passato piuttosto deciso, è invece il presule della parrocchia del Sacro Cuore, don Davide Poletti, che questa sera officerà la celebrazione eucaristica per “il processo di Bibbiano”. Un evento che non è andato giù al mondo della politica reggiano, in particolare al centrodestra e a uno dei suoi esponenti storici, Marco Eboli, che ha segnalato l’accaduto appellandosi al vescovo Morandi “affinché, come ci ha invitato Papa Leone XIV la Chiesa ritrovi l’unità in Cristo evitando di trasferire i conflitti politici al suo interno”.
Ieri Eboli ha rincarato la dose: “Sono soddisfatto per la risposta della Curia, che ha ricollocato in un quadro diverso l’enfasi data nel bollettino parrocchiale alla celebrazione. Ricordando che essa dovrà valere per tutti i processi e non solo per Bibbiano, di fatto sconfessando don Poletti. Stasera - avverte - sarò presente per verificare se la messa sarà celebrata secondo l’interpretazione della Curia”.
Nettamente contrario ai contenuti della celebrazione anche il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Mattia Marziani: “Organizzare una messa in questo modo fa pensare che il parroco parteggi per una parte, in una vicenda che ha ancora tante ferite aperte, per tutte le parti in causa. La trovo quindi una scelta singolare e controversa. Bene ha fatto la Curia a invocare per tutte le implicazioni maggiore equilibrio. Con un comunicato che mi pare aggiusti la situazione”. “Naturalmente – conclude Marziani – ci aspettiamo che tutti i sacerdoti reggiani seguano i suggerimenti del vescovo, così da evitare in futuro il diffondersi di certe ambigue dinamiche”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’ex consigliere regionale di Forza Italia, Fabio Filippi: “La vicenda ha dell’incredibile perché di fatto la Chiesa sembra schierarsi in attesa della sentenza. Perché si dovrebbe schierare con chi è accusato di vari reati col processo ancora in corso? Domanda a cui don Poletti farebbe bene a dare una risposta”. Anche perché, secondo l’esponente azzurro, “quale messaggio si pensa di dare con un’iniziativa del genere? Quale spazio trova il dolore di quei bambini improvvisamente sradicati da tutti i loro affetti e di quei genitori che, essendosi rivolti alle istituzioni in un momento di difficoltà, si sono visti portare via i loro figli? A Don Poletti vorrei suggerire di pregare perché venga alla luce la verità”.
Sul tema è intervenuto anche Giovanni Tarquini, capogruppo dell’omonima lista in Sala del Tricolore e, nel contesto di cui si parla, già avvocato difensore dell’ex sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti. Parole importanti, le sue: “In tanti anni di professione e di processo ho imparato che la sofferenza appartiene a tutti e non risparmia nessuno. Va gestita e sopportata nell’intimità del proprio animo lasciando al sistema sociale e ai suoi meccanismi, non alla Santa Messa, la soluzione dei conflitti quotidiani, anche quelli più aspri, tra torto e ragione”.
“La santa messa – continua Tarquini – è un momento che deve elevare al di sopra delle dispute e delle contrapposizioni terrene rendendo tutti uguali, con torti e ragioni, davanti a Dio. Se così non fosse, non avrebbe alcun senso o utilità e ridurrebbe la Chiesa a una realtà di parte. La solidarietà per qualcuno o l’adesione a qualcosa la si può esprimere in tanti modi, ma senza dubbio eviterei di trascinare la messa in un rito augurale per la prevalenza di un’idea sull’altra o di una ragione sull’altra”.
Sui social è invece intervenuto l’avvocato Marco Scarpati, da decenni in prima fila nella difesa dei diritti dei bambini, in un primo momento coinvolto nel caso Bibbiano, ma uscito quasi subito dall’inchiesta per la sua totale estraneità ai fatti. Riportando il testo di un editoriale a difesa dell’iniziativa di don Poletti, scrive: “A Bibbiano pure la fede è sotto processo. Una messa per gli imputati scatena la polemica. Se la preghiera diventa colpa, anche la fede ha bisogno del bollino del partito. Ma il Vangelo non ha padroni”.