
La triplice sindacale passa all’offensiva, con l’obiettivo "di alzare il livello dello scontro dentro e fuori le fabbriche come non...
La triplice sindacale passa all’offensiva, con l’obiettivo "di alzare il livello dello scontro dentro e fuori le fabbriche come non si vedeva da decenni". Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, che rappresentano la maggior parte dei 35mila metalmeccanici nel reggiano, marceranno unite per protestare contro l’ostracismo degli industriali della meccanica a firmare il nuovo contratto, con il precedente scaduto giusto 12 mesi fa. E lo faranno in uno sciopero generale nazionale con concentramenti regionali. Per l’Emilia-Romagna è stata scelta Bologna verso la quale, venerdì 20, convergeranno almeno una ventina di pullman da Reggio. I contenuti della protesta sono stati illustrati ieri in una conferenza stampa dai tre leader territoriali Simone Vecchi (Fiom), Alessandro Bonfatti (Fim) e Jacopo Scialla (Uilm) davanti alla sede di Unindustria Reggio, in via Toschi.
"Lo sciopero del 20 – ha tuonato Scialla – è un segnale netto e forte a FederMeccanica per evidenziare che è sua esclusiva responsabilità se il negoziato è fermo (l’ultimo incontro tra le parti risale a novembre scorso, ndr). Arrivare a 40 ore di sciopero è un fatto quasi mai visto, la nostra pazienza è finita: o arrivano risposte o il livello dello scontro si alzerà". Cosa fare per arrivare a riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, meno precarietà e maggior tutela della sicurezza? "Innanzitutto ulteriori azioni di sciopero che, quando coincideranno con una fase di ripresa e di nuove commesse, faranno male il doppio agli imprenditori – chiarisce Vecchi –. Arriveremo anche al picchettaggio delle fabbriche, se è questo che Federmeccanica vuole". Toni molto decisi anche dalla Fim-Cisl. "Negli ultimi contratti organizzavamo iniziative a sostegno di una trattativa già avviata – spiega Bonfatti – oggi Federmeccanica non vuole nemmeno quella. L’ottusità degli industriali è incomprensibile".
La triplice nota troppa "indifferenza per le istanze dei lavoratori" e chiede ad Unindustria Reggio "di esercitare un ruolo costruttivo come richiesto anche all’unanimità dal consiglio comunale". Presenti anche diversi lavoratori delle Rsu di fabbrica: "Federmeccanica è come le tre scimmie – ha detto Donatella Prati, delegata Cgil – non vede che l’economia sta cambiando modello, quindi non sente la voce dei lavoratori e allora preferisce non parlare"; "si vuole tornare ai contratti degli anni ’90 – ha protestato Francesco D’Acunzo, rsu Cisl – non se ne parla: sette mesi senza dialogo è vergognoso".
Gabriele Gallo