Michele Formiglio: "A Brescello clima di ostilità"

Il neo prefetto di Mantova rievoca l'esperienza da commissario nel Reggiano

Il neo prefetto mantovano, Michele Formiglio

Il neo prefetto mantovano, Michele Formiglio

Brescello (Reggio Emilia), 25 novembre 2020 – Torna a riavvicinarsi alle sponde reggiane del Po, dopo un periodo trascorso a Lecco come prefetto. Il dottor Michele Formiglio, già commissario straordinario a Brescello durante la fase di scioglimento del consiglio comunale per “condizionamenti della criminalità organizzata”, è fresco di nomina come prefetto di Mantova, con competenze fino ai confini con il territorio reggiano, Brescello compreso. E prima di lasciare l’incarico a Lecco, il dottor Formiglio ha citato anche il paese di Peppone e don Camillo in una intervista rilasciata a “il Giorno”.

Durante il suo mandato a Lecco, infatti, Formiglio si è evidenziato come “prefetto antimafia”: ha firmato undici provvedimenti interdittivi, ha istituito fra i primi l'Osservatorio provinciale sulla criminalità organizzata e ha stipulato un protocollo per una piattaforma che consente di monitorare in tempo reale assetti e passaggi societari per cogliere subito i segnali di possibili infiltrazioni. “Credo e spero di aver fornito un segnale chiaro”, rivendica con orgoglio. Ma dell’esperienza iniziata nel 2016 a Brescello come commissario straordinario ricorda: “Percepivo un clima di ostilità anche quando andavo al bar a prendere il caffè. E il parroco nelle interviste sosteneva che si stava diffamando una comunità”, ricorda a distanza di qualche tempo.

A Lecco, invece, non è stato così: il sostegno è stato unanime, o quasi, di fronte alle attività di contrasto alla criminalità organizzata. “Preferisco il silenzio operoso, ho cercato di coltivare l'impegno dell'intelligenza e la determinazione dell'agire”, ha dichiarato al momento del passaggio tra Lecco e Mantova. E ancora: “Io non sono un politico, sono il rappresentante del governo e devo agire nell'interesse della collettività. Non ho rimpianti: in questo ultimo incarico ho dato tutto, sia umanamente sia professionalmente”. A Brescello la presenza dei commissari in municipio non era stata unanimemente gradita, tanto che le forze dell’ordine avevano avuto a che fare con atti vandalici e messaggi che potevano essere intesi come intimidatori nei confronti dei rappresentanti del governo.