Minacciò un uomo con la pistola d’ordinanza Caso chiuso per un agente della penitenziaria

Lui, un agente della polizia penitenziaria, era finito a processo per minaccia aggravata dall’arma. Secondo l’accusa, nell’agosto 2013 avrebbe afferrato per il collo un cittadino e gli avrebbe puntato al viso la canna della sua pistola d’ordinanza, durante una discussione avvenuta in presenza di altre persone. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale, oltre all’imputato, sono stati sentiti come testimoni alcuni agenti e la moglie che erano sul posto. La parte offesa non si è mai presentata in aula. Secondo quanto emerso, questo gesto sarebbe scaturito da un movente sentimentale: al centro il timore che il cittadino vessasse la ex compagna. La tesi difensiva, sostenuta dall’avvocato Federico De Belvis, è che il poliziotto temeva che l’altro fosse armato e così ha estratto l’arma puntandogliela contro. L’agente, a piede libero, in questi anni è sempre rimasto in servizio. Durante la discussione le parti hanno chiesto di emettere il non luogo a procedere per estinzione del reato a seguito di prescrizione, sentenza poi emessa dal giudice Maria La Nave. al.cod.