"Mio nonno era buono Non lo vedevo da un po’"

Ieri in caserma è stato ascoltato il nipote di Pedrazzini, che ha solo undici anni. Borghi (Unione): "Attivati i servizi sociali, ora si trova in una struttura protetta"

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"Mio nonno era buono, non lo vedevo da un po’". Purtroppo di fronte alla gravità di quanto accaduto a Toano, la legge deve fare il suo corso e irrompe anche nel fragile mondo dell’infanzia. Il nipote di Giuseppe Pedrazzini, 77enne trovato morto mercoledì nel pozzo vicino a casa, è stato ascoltato ieri dai carabinieri della stazione di Castelnovo, accompagnato in caserma dall’assistente sociale.

Il nonno è una figura mitica che appare in tutte le storie dei nipoti lasciando cari ricordi: è difficile immaginare cosa sia passato per la mente del nipote di nonno Beppe, un ragazzino di 12 anni, che frequenta la prima media all’Istituto comprensivo locale, quando non l’ha più visto al suo posto a tavola all’ora di pranzo e di cena. Avrà pur chiesto alla nonna e ai genitori: "Dov’è il nonno?". Quale sarà stata la risposta, quale sospetto potrà aver accolto dagli sguardi imbarazzanti dei familiari? L’orrore emerso nel corso delle indagini con il ritrovamento del corpo di Giuseppe Pedrazzini in fondo al pozzo vicino alla loro casa, è persino difficile da immaginare e da comprendere anche per le persone adulte, figurarsi nella mente di un ragazzino.

Fin dal principio di questa squallida vicenda, il figlio di Silvia e Riccardo è stato affidato all’’attenzione dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni dell’Appennino Reggiano in quanto, sulla base di quello che è emerso dalle indagini, curate dal Gip Davide De Luca, è stato disposto il fermo presso le carceri di Reggio sia dei genitori che della nonna Marta.

"Nei riguardi del minore c’è stata massima attenzione fin dal primo momento di indagine – afferma il presidente dell’Unione Comuni Appennino, Tiziano Borghi –. Appena saputo dall’avvio del provvedimento, le forze dell’ordine hanno informato i nostri Servizi sociali che hanno immediatamente messo a disposizione del ragazzino una psicologa". "Man mano che sono susseguiti gli atti formali nei riguardi dei genitori e della nonna – ha proseguito il presidente – si sono materializzate anche le nostre procedure formali per la sottrazione del minore alla vicenda con la presa in affido da parte dei Servizi sociali".

Il nipote è stato quindi accompagnato in una struttura protetta della provincia, dove si trova tuttora. "Speriamo che questa vicenda dai risvolto torbidi si chiarisca quanto prima" ha aggiunto Borghi.

La madre Silvia aveva conosciuto Riccardo Guida quando studiava all’Università di Bologna e per qualche tempo è rimasta lontana da Toano. È tornata poi col marito quando era incinta, ha partorito il figlio a Toano e se ne sono tornati via, probabilmente a Caserta, per le loro attività. Quando il figlio aveva 4 o 5 anni sono tornati a Toano andando ad abitare nel palazzo detto Castello, acquistato dal nonno materno di Silvia con i soldi guadagnati in miniera in Belgio dove ha lavorato.

Loro figlio ha quindi frequentato la scuola elementare a Quara di Toano e adesso è in prima media. Qualcuno parla di un rapporto difficile che il padre ha avuto con le maestre, ma anche con i vicini di casa ai quali impediva il passaggio da una strada pubblica di campagna. Altri hanno raccontato che anche all’inizio di questa settimana hanno visto i genitori passare in macchina con il figlio che ogni giorno accompagnavano a scuola e andavano regolarmente a riprenderlo all’uscita.

Settimo Baisi