Modello economico disumanizzante

Migration

Alberto

Seligardi*

Per mantenere una piattaforma sana ed equa, talvolta è necessario prendere dei provvedimenti quando uno di questi utenti non si comporta in modo corretto. Siamo spiacenti di doverti informare che il tuo account è stato disattivato per il mancato rispetto dei Termini e condizioni". Questo è l’epitaffio che Glovo ha dedicato a Sebastian Galassi, uno di noi, morto sul lavoro. Epitaffio dedicato a tutte e tutti noi, lavoratrici e lavoratori sostituibili, come sono io che scrivo ora. Epitaffio nel quale è racchiuso questo modello economico disumanizzante, in cui non siamo nemmeno esseri umani, ma niente più che la pizza capricciosa che riusciamo a consegnare. Se JustEat e MyMenu hanno assunto i e le rider come dipendenti oltre un anno fa garantendo minime garanzie e tutele - pur con tanti limiti e punti critici - le altre aziende persistono nell’applicazione di un cottimo spietato e, come in questo non isolato caso, omicida. In una intervista con Repubblica, un manager di Glovo dichiara che il messaggio è stato inviato per errore, nega che l’algoritmo inciti a correrre e non sa dare informazioni precise riguardo il risarcimento per la morte omicida di Sebastian, se non che "l’Inail farà le sue valutazioni". Nessun pentimento, per Glovo tutto è come dovrebbe essere.

Il lavoro dei rider, come tutti, richiede quelle tutele essenziali che sono state conquistate col sangue e il sudore dei nostri nonni: paga oraria e monte ore garantiti, fine del cottimo, sicurezza e tutele sul lavoro. Oggi come allora, chiediamo di essere considerati come esseri umani, che hanno il diritto di lavorare in condizioni dignitose e valgono ben più del prodotto che consegnano.

*Riders Union e Adl Cobas