Morì per il silos esploso: Iren alla sbarra

Silvio Sotgiu, 42 anni, perse la vita il 9 ottobre 2018 in via dei Gonzaga

Iren Ambiente figura come responsabile civile nel processo in corso per la morte di Silvio Sotgiu, 42enne vittima di un infortunio sul lavoro avvenuto la mattina del 9 ottobre 2018. In caso di condanna degli imputati, la società sarà dunque chiamata in solido a risarcire i danni. Sotgiu, operaio dipendente della ditta Pellicciari che aveva appalti per conto di Iren, perse la vita a causa dell’esplosione di un silos nel centro rifiuti gestito dalla multiutility in via dei Gonzaga. Il pm Giulia Stignani indagò cinque persone per omicidio colposo. Nell’aprile 2021 due dirigenti di Iren che scelsero il rito abbreviato furono assolti, mentre un altro responsabile patteggiò 1 anno e 4 mesi, pena sospesa. Per due lavoratori che si occupavano di emulsioni nel sito di via dei Gonzaga, allora rinviati a giudizio, ieri è stata celebrata la seconda udienza del rito ordinario, davanti al giudice Cristina Beretti. Si tratta del 36enne Nicolò Lanzi e del 60enne Federico Fantuzzi, entrambi assistiti dall’avvocato Alessandro Nizzoli. Durante l’udienza preliminare si erano già costituiti come parti civili la convivente della vittima e un nipote, a cui ieri si è aggiunto un altro nipote, tutti assistiti dall’avvocato Gian Mario Ramondini. Il padre e quattro fratelli dell’operaio sono già stati risarciti con 850mila euro, comprensivi anche degli anticipi per la compagna: la cifra era stata versata in parte dalla multiutility e in parte dall’assicurazione. Era stato il legale dei familiari a citare Iren Ambiente: ieri la società si è costituita tramite l’avvocato Federico Maria Fisher. In passato Ramondini aveva lamentato che la compagnia assicurativa di Iren si era rifiutata di farsi carico dei nove nipoti della vittima. La difesa ha da sempre sostenuto che il rischio incendio era escluso da tutti e che quel silos non avrebbe dovuto contenere materiali infiammabili o esplosivi. Ieri il pm ha presentato una lista di una decina di testimoni, altrettanto hanno fatto le parti civili e la difesa (diversi sono in comune): il processo è stato poi fissato nel maggio 2023, quando saranno sentiti i testi della Procura a esclusione dei consulenti, ovvero il medico legale e un ingegnere.

Alessandra Codeluppi