
La presidente Annamaria Terenziani
Le norme del decreto sicurezza che tutelano la casa possono segnare una svolta a favore della proprietà privata: a sostenerlo è Confedilizia, associazione dei proprietari di casa. " È un cambio di linea – riferisce l’avvocato Annamaria Terenziani, presidente provinciale e regionale di Confedilizia – che avrà conseguenze nella testa di una parte della politica ma anche di funzionari e autorità che si sentivano impotenti di fronte all’illegalità. Deve cambiare la mentalità che porta a scaricare sui privati un problema pubblico: la paura di mandare in strada chi occupa un alloggio privato".
"Pensiamo agli immobili occupati da anni, magari portati ad esempio per le attività meritorie che si svolgono all’interno, quando però la proprietà è di qualcun altro che paga l’Imu. Ora bisogna avere il coraggio di andare avanti". Alla casa vanno date più certezze: "Per esempio, alle procedure di sfratto, nei tempi e nei modi. Abbiamo già presentato una nostra articolata proposta al ministro Nordio. Servono sfratti veloci, anche per il tema del caro affitti".
Sfrattare infatti in tempi certi e rapidi chi non paga o chi ha finito la locazione significa "avere più case in affitto, allargare il mercato affitto e abbassare i canoni" precisa Terenziani. Le norme servono, certo, "ma non bastano: anche il procedimento giudiziario più perfetto e rapido poi viene seguito da una fase esecutiva dove entrano in gioco ufficiali giudiziari, forza pubblica, istituzioni locali. Ecco perché questa nuova legge può essere un punto di partenza anche culturale".
In particolare il decreto sicurezza all’articolo 10 introduce due elementi: "Un nuovo reato - occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui - e soprattutto una nuova procedura, che è l’aspetto per noi fondamentale. Il nuovo reato del codice penale (634 bis) aggiunge a edifici e terreni, che già erano tutelati, anche il domicilio e alza la pena da 4 a 7 anni a chi lo occupa. Ma noi non crediamo che nuovi reati o pene più alte siano la chiave. Decisiva è la conseguente modifica del codice di procedura penale".
La nuova norma prevede che se l’immobile occupato è l’unico domicilio del denunciante, "la polizia giudiziaria può e deve intervenire immediatamente – spiega Terenziani –. E in caso di resistenza dell’occupante, possono procedere coattivamente previa una semplice autorizzazione anche orale o telematica del giudice: basta una telefonata". "È una novità assoluta – chiosa la presidente – e un gran passo avanti. Noi chiediamo fin da ora che venga estesa a tutti gli immobili, non solo nel caso dell’unico domicilio".