Incidente rally Reggio Emilia, si indaga per omicidio colposo

La tragedia sull’Appennino. Niente autopsia per le vittime, si esaminano i documenti dell’organizzazione dell’evento

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Reggio Emilia, 31 agosto 2021 - I corpi di Davide Rabotti e Cristian Poggioli sono stati ‘liberati’ ieri mattina dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio e sono stati restituiti alle loro famiglie perché possano organizzare il loro funerale. E’ questa la novità, dal punto di vista giudiziario, della giornata di ieri sulle indagini in corso per la tragica morte del 21enne residente a Reggio Emilia e del 35enne di Lama Mocogno in provincia di Modena, avvenuta sabato mattina, intorno alle 9.50 durante la seconda giornata del Rally dell’Appennino Reggiano. Davide e Cristian sono stati travolti dalla Peugeut 208, guidata da Claudio Gubertini (modenese di Serramazzoni) e Alberto Ialungo (di Reggio), letteralmente decollata dopo aver scartato improvvisamente a destra, al termine di un breve rettifilo in leggera discesa in località Riverzana, tra San Polo e Canossa, prima di una curva a sinistra. L’auto, dopo aver colpito il terrapieno a bordo strada è decollata volando su un ‘montarotto’ alto tre metri sovrastante il punto dell’incidente.

Commozione al funerale di Davide Rabotti Incidente rally Appennino reggiano: "Claudio e Alberto erano in lacrime" - Incidente rally Reggio Emilia, Gubertini: "Mio fratello è devastato, un lutto di tutti" - Un video ha ripreso lo schianto - Davide Rabotti morto durante il rally a Reggio Emilia: aveva appena filmato la gara

Aggiornamento L'inchiesta: 9 indagati

Che cosa può aver provocato una simile tragedia? Fatalità? Oppure vi possono essere anche delle responsabilità specifiche?. Domande che si fa la gente, gli sportivi, soprattutto i colleghi di gara del duo alla guida – considerata una coppia di rallysti estremamente affiatata e, soprattutto, molto esperta – e pure gli inquirenti, con le indagini portate avanti dai carabinieri e coordinate dal sostituto procuratore Claudio Santangelo. In procura è stato aperto un fascicolo contro ignoti l’accusa è quella di omicidio colposto. Al momento non risultano persone iscritte nel registro degli indagati.

Quello su cui gli investigatori hanno deciso di puntare primariamente è l’acquisizione dell’intera documentazione relativa all’organizzazione della corsa. Questa decisione fa seguito al sopralluogo, ‘approfondito e molto capillare’ fanno sapere dalla Procura, di domenica mattina – presenti lo stesso Pm, i carabinieri e, molto probabilmente, anche i periti –, a un giorno dall’incidente, per repertare con calma quanti elementi di prova potessero essere rimastii sul luogo dell’incidente e, per lo più, ripercorrere passo passo l’incedere della tragedia. E’ molto probabile -ma su questo la Procura non si esprime, d’altronde vi è un’indagine coperta dal segreto istruttorio – che l’esigenza di approfondire la documentazione relativa all’organizzazione del rally sia necessaria per appurare se, effettivamente, il pubblico potesse sostare in quel luogo, oppure no. Avvalorando, o meno, quanto dichiarato -tra gli altri- dal sindaco di San Polo, Palù, nell’immediatezza dell’incidente. Contestualmente, la Procura conferma di avere acquisito le immagini della ‘camera car’, ossia il filmato dalla telecamera all’interno della vettura, purtroppo protagonista del terribile incidente, e purequella dell’equipaggio formato da Alessandro Zorra e Fabrizio Carbognani su Peugeut numero 39, che erano passati nello stesso punto tre minuti prima. L’obiettivo è quello di consentire agli inquirenti di farsi un’idea precisa di com’era la situazione sul luogo dell’incidenpochi istanti prima della tragedia e com’è il passaggio di un’auto da rally in condizioni normrali oltre ad altre immagini registrate dagli spettatori sul luogo dell’incidente. Infine, verranno esperiti i così detti accertamenti tecnici irripetibili su auto e, magari, sul tratto di strada interessato dall’incidente, e che, in un eventuale procedimento futuro, fungeranno da prove già acquisite agli atti nel dibattimento. Senza contare le voci, che proseguono sul fatto che, in quel tratto di strada, il fondo era estremamente irregolare, con numerosi avvallamenti e tante irregolarità.