Movida coronavirus Reggio Emilia, steward già scomparsi

L'assessore Sidoli: "Ora non servono"

L'assessore Sidoli

L'assessore Sidoli

Reggio Emilia, 4 agosto 2020 - Gli steward della movida, dopo due venerdì di sperimentazione (10 e 17 luglio), sono stati accantonati. Per intenderci, chi aiutava i commercianti a gestire le file - e il rispetto delle distanze - durante le serate più affollate. "Ne riparleremo a settembre" precisa l’assessore al commercio Mariafrancesca Sidoli, "semmai con figure ancora più specializzate". Tentativo fallito? "Una sperimentazione, come tale, ha bisogno di una prova e di un secondo momento di confronto. Noi l’abbiamo fatto con i commercianti, ovvero i principali interessati (nonché chi paga gli addetti incaricati, ndr ). E sono emersi due spunti". Prego. "Primo, molti reggiani o sono in ferie, o si sono spostati verso la collina; tradotto, meno persone da gestire durante le serate, motivo per cui gli steward non sono necessari al momento. Inoltre chi già li aveva assunti, ha notato come fosse meglio averne uno personale, piuttosto che condividerlo con altri. Sicuramente c’era un risparmio, ma non risultava altrettanto efficiente". Il parere da assessore invece qual è? "Dai riscontri della polizia locale, e dal numero ridotto di segnalazioni arrivate, ha avuto benefici. Non posso dire con certezza che ci sia una assoluta correlazione, ma è stato indubbiamente uno strumento in più. Per questo vorremmo implementarli con la figura degli ’Street tutor’". Simili, ma non identici agli steward. "Esattamente. La principale differenza non è nel poter comminare sanzioni, quello lo possono fare solo ed esclusivamente le forze dell’ordine, quanto invece nello spazio di movimento. Prima, solo all’interno del locale o nella distesa dello stesso. Ora sull’intera piazza, con un raggio d’azione maggiore. É un passaggio burocratico e di forma che dovrà sbloccare la Regione, ma a settembre ne riparleremo. L’idea è di poterli utilizzare anche oltre l’emergenza sanitaria". Tutor non solo legati al Covid quindi. "Il tema movida era presente anche prima di questo virus. Per esempio nella diatriba tra chi vuole avere spazi e luoghi aperti durante il week-end, e chi invece lamenta la confusione fino a tarda notte come i residenti. Durante la sperimentazione abbiamo avuto opinioni favorevoli anche da questo punto di vista. Sul Coronavirus dovremo monitorare la curva di contagio: se proseguirà così, in questa stabilità post fase 2, i tutor o steward saranno utili. Ma davanti a una crescita repentina sappiamo tutti che serviranno misure ben più drastiche, in cui siamo già passati purtroppo". La sperimentazione quantomeno ha portato a una collaborazione tra commercianti e amministrazione. "Assolutamente. Anzi, credo sia l’aspetto più positivo. Via Emilia, piazza San Prospero, piazza Fontanesi...Abbiamo ragionato non per luoghi, ma come movida unitaria. E questo ha portato a spunti e idee pienamente condivisi".