Multe bancomat Reggio Emilia: "Troppi costi, si bastonano le piccole imprese"

Dario Domenichini (Confesercenti) e Davide Massarini (Confcommercio) perplessi per le multe a chi non accetterà pagamenti elettronici

Un pagamento con il bancomat, foto generica

Un pagamento con il bancomat, foto generica

Reggio Emilia, 26 aprile 2022 - La lotta contro l’evasione fiscale porterà diverse novità nei prossimi mesi, ma una in particolare non va proprio giù ai commercianti. L’introduzione delle sanzioni per gli esercenti che da giugno rifiuteranno di accettare i pagamenti elettronici, infatti, lascia un po’ di amarezza.

"Come associazione siamo assolutamente contrari a questa norma – ha detto il presidente di Confesercenti Dario Domenichini -. Riteniamo sia una scelta personale dell’imprenditore quale metodo di pagamento accettare e libera è anche la decisione del consumatore di optare per il pagamento elettronico. E c’è il tema delle commissioni bancarie, cifre davvero esagerate". Una posizione, dunque, che non ammette compromessi se non l’abbattimento delle commissioni sulle transazioni digitali: "Sembrano più che altro una forma di tassazione velata – ha continuato Domenichini -. Soprattutto per un settore come quello del commercio che sta soffrendo per l’inflazione, la crisi economica e la guerra. Non mi sembrava proprio il momento più adeguato per introdurre questo nuovo decreto".

Dario Domenichini (Confesercenti)
Dario Domenichini (Confesercenti)

D’accordo sulla situazione preoccupante anche Davide Massarini, presidente di Confcommercio: "La diffusione dei pagamenti elettronici andrebbe perseguita mettendo in campo scelte decise di abbattimento delle commissioni e dei costi a carico di consumatori e imprese, a partire dal potenziamento dello strumento del credito d’imposta sulle commissioni pagate dall’esercente. Inoltre bisognerebbe prevedere la gratuità dei cosiddetti micropagamenti".

Puntare semplicemente sulle sanzioni, dunque, non favorisce certamente il futuro del pagamento telematico: "Dispiace ancora una volta constatare che certi interventi non sono a favore delle tantissime piccole imprese che caratterizzano il tessuto economico del nostro Paese – ha continuato Massarini - Veniamo dalla fallimentare lotteria degli scontrini e dalla mancanza di adeguate leggi che garantiscano la libera concorrenza. Vi sono realtà che fatturano miliardi di euro senza lasciare praticamente nulla nelle casse dello stato ma si continua a fare di tutto per complicare la vita ai più piccoli".

L’Italia, oltretutto, è tra i primi Paesi europei per diffusione dello strumento del Pos, ampiamente in uso da diversi anni nelle più svariate attività. "L’obbligo lo avevamo già, mancava semplicemente il sistema sanzionatorio – ha aggiunto Domenichini –. Pare quindi un accanimento contro l’uso del contante in nome della lotta all’evasione. C’è poi da tenere conto anche della connessione internet, che in alcune zone del territorio è abbastanza debole e potrebbe bloccare i Pos. Basti pensare semplicemente ai disagi di qualche giorno fa, perché il sistema era andato in tilt e non si riusciva a pagare con la carta. Sono abbastanza perplesso". Un obbligo forzato dunque e, forse, senza tanto senso: "Non ci vedo realmente tutto questo problema – ha concluso Domenichini - Ribadisco che le commissioni dovrebbero essere dimezzate, per non dire praticamente azzerate rispetto ai pagamenti fino ad una certa cifra e per certi tipi di prodotti. Si potrebbe f are un ragionamento diverso partendo da questa condizione".