"Murales Partigiano reggiano pericoloso": Autostrade diffida Istoreco

L’ente gestore dell’A1 ha scritto all’Istituto della Resistenza: "Per forma, dimensione, contenuto e posizione distrae gli automobilisti"

Il murales di Casa Manfredi

Il murales di Casa Manfredi

Reggio Emilia, 21 maggio 2021 - Da ottant’anni resiste a guerre mondiali, assalti delle Brigate nere, stermini di partigiani, terremoti, bufere e all’inesorabile scorrere del tempo. Ma Casa Manfredi a Villa Sesso, ex sede del comitato provinciale dei Gap, potrebbe doversi arrendere ad Autostrade per l’Italia. Troppo visibile dalle carreggiate dell’A1, una distrazione pericolosa per chi sfreccia in direzione Bologna ai 130 km all’ora. Morale: il murales che celebra i partigiani trucidati va cancellato. Tempo 10 giorni, altrimenti ci penserà la polizia stradale a multare chi lo ha realizzato senza permesso. E cioé Istoreco.

Il murale, dedicato alle vittime dei nazifascisti di Villa Sesso (Reggio Emilia)

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La casa colonica che fu di proprietà della famiglia omonima, caduta interamente sotto i colpi delle camicie nere nel dicembre del ’44, oggi è poco più di un rudere. Ma pochi mesi fa la facciata visibile dall’A1 è stata dipinta di vernice rossa, con una grande scritta bianca a caratteri cubitali sopra: "Partigiano Reggiano". E sotto, una citazione del cantautore che lì, a pochi metri, è nato e cresciuto, Zucchero Fornaciari: "Un canto libero, l’amore libero, un cuore unico, come un partigiano reggiano". Accanto a queste parole otto volti, di otto anime strappate alla vita dai proiettili fascisti. Ci sono i martiri Manfredi: il padre Virginio e i figli Guglielmo, Gino, Aldino e Alfeo. E con loro gli amici della famiglia Miselli: il padre Ferdinando e poi i figli Remo e Ulderico. In totale, nelle campagne attorno a quel rudere oggi semi-dimenticato, persero la vita 23 uomini. Torture e pestaggi furono riservati agli altri 57 arrestati durante il rastrellamento.

Da questa intensa storia di guerra nasce l’idea di Istoreco, l’istituto per la Storia e la Resistenza, di realizzare un grande murales che ricordi cosa accadde lì, a pochi metri dall’autostrada. Nel settembre dell’anno scorso, quando il murales di Casa Manfredi è stato inaugurato, persino Zucchero si è fatto sentire: "Tò, che sorpresa… inaugurato a Sesso un murales di Partigiano Reggiano…", scriveva Sugar.

Evidentemente Autostrade per l’Italia non è mai stata avvertita e così a distanza di mesi sono arrivate le prime segnalazioni. "Ai sensi dell’articolo 23, commi 1 e seguenti del Codice della strada – spiegano da Autostrade – è fatto divieto di collocare lungo la sede autostradale insegne, cartelli, manifesti ed impianti di pubblicità che possano ingenerare confusione arrecare disturbo e soprattutto distrarre l’attenzione, con conseguente pericolo per la sicurezza". Una norma molto chiara, parrebbe. E un atto dovuto, perché in caso di incidente e contestazione sarebbe proprio Autostrade a doverne rispondere. Viene subito in mente, per restare a ’casa nostra’, l’altro murales, quello del Collettivo Fx realizzato a pochi chilometri da Casa Manfredi e che si affaccia sull’autostrada: il Cupido con il cellulare in mano. Oppure, proseguendo verso la Romagna, la famosa biglia gigante di Pantani davanti all’ex sede del Mercatone Uno a Imola, da anni contesa dopo il crac della catena di grandi magazzini.

Comunque sia, Autostrade avverte Istoreco: "Pertanto, richiamando interamente il contenuto della mail inviata il 22 aprile nella quale si contestava che il murales citato visibile dal tracciato autostradale, per sua natura, forma, dimensione, contenuto e posizione era fonte di grave pericolo per la sicurezza della circolazione, nonché sprovvisto di autorizzazione, risulta ancora oggi irregolare, abusivo e illegittimo". Autostrade dà tempo 10 giorni per risolvere la situazione, "in caso di esito negativo – avvertono – si chiede alla polizia stradale cortese collaborazione al fine di adottare ogni azione opportuna nei confronti dei trasgressori". La multa prevista, se non si cancella, arriva fino a 19mila euro. Casa Manfredi resisterà ancora una volta?