Natale Iori, la casa è un museo di ciclismo: "È la mia grande passione"

Casacche, borracce, cappellini, foto con Moser, Saronni, Pantani ... Dalla bici di legno centenaria alla Legnano col cambio a stecca

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Il Giro passa dalla casa di Natale. Lì sono custoditi centinaia di cimeli, raccolti lungo le strade toccate dalla corsa rosa. Il signore del tempo scandito dai pedali è Natale Iori, 79 anni. "Le maglie dovrebbero essere almeno 200. O forse il doppio", azzarda nel quantificare la collezione, mentre fa scorrere alcune casacche. "Vanno dagli anni ‘50 alle squadre recenti, appartengono soprattutto alle squadre professionistiche. Poi ci sono curiosità che riguardano ciclisti che hanno a che fare con la nostra città, come Sergio Neri, che ha vinto il Laigueglia nel ‘64 quando era tesserato per la Masonese mentre aspettava l’ingaggio di una grande squadra", spiega Iori. Casacche, bici, borracce, cappellini, foto, altre memorabilia. Sembra di rivivere una cronometro infinita, dove il ticchettio dell’orologio sfida i decenni, con le lancette che si muovono all’indietro, sempre più vorticosamente.

Le foto alle pareti mostrano Natale con i suoi beniamini. C’è Gibì Baronchelli, un giovane Pantani, Fondriest. In uno scatto Natale è tra Moser e Saronni, che non perdono l’occasione per scoccarsi un’occhiata torva. Largo allo scalatore Simoni. Ecco Maurizio Vandelli, esausto alla fine della tappa del Gavia, in una giornata tormentata da una bufera di neve. "Tra i miei corridori preferiti c’è Gianni Bugno, sempre gentile, disponibile, educato", aggiunge. E ci sono tanti altri protagonisti. Volti come inno al ciclismo, con i loro sorrisi, le loro espressioni di fatica, i loro nomi scolpiti negli ordini d’arrivo. "Il ciclismo è la mia grande passione, per molti anni ho seguito il mondo delle corse e quando c’era il Giro mi prendevo vari giorni di ferie per seguirlo da vicino. A volte andavo alle gare con il giornalista Guglielmo Fanticini o con altri amici, tra cui Franco Braglia", racconta. "Tornavo a casa con maglie, libri, rullini da sviluppare. La mia raccolta è nata così. E ci sono le bici". Eccole lì, le compagne di tante uscite.

Quasi le coccola con gli occhi nel raccontare gli aneddoti che le hanno portate a casa sua. Ci sono i marchi degli artigiani locali come Marastoni e Rauler, che affiancano sigle più diffuse. "La più datata è fatta di legno, realizzata più di 100 anni fa dai Fratelli Vianzone di Torino. Sarà esposta nei prossimi giorni nella vetrina di Ginetto sport", anticipa. "Altre bici che mi hanno dato molta soddisfazione sono la Colnago di una serie speciale e numerata, la Legnano con il cambio a stecca, poi quella appartenuta a Cavendish. Le mie prime pedalate risalgono a metà anni ‘60, ma vado ancora a Casina, però adesso uso una bici elettrica". Tre anni fa alcuni dei suoi mezzi sono stati esposti al Circolo sociale del Gattaglio. Ma chissà quante altre storie deve ancora restituire la raccolta di Natale, dedicata al multicolore mondo del ciclismo. Un universo sempre pronto a sorprendere, con i suoi protagonisti, i suoi paesaggi, imprese epiche e sfide giocate tra velocità e vento.

Massimo Tassi