'Ndrangheta, operazione Perseverance: arrestato Sarcone, l'ultimo boss della famiglia

Difendeva i beni di famiglia dopo la condanna. 29 indagati, 7 in arresto con provvedimenti della Dda di Bologna. Il blitz dei carabinieri di Reggio Emilia e Modena

'Ndrangheta, all'operazione Perserverance hanno lavorato carabinieri e polizia (archivio)

'Ndrangheta, all'operazione Perserverance hanno lavorato carabinieri e polizia (archivio)

Reggio Emilia, 12 marzo 2021 – Arresti all'alba: colpo alla 'Ndrangheta. La polizia di Reggio Emilia e il comando provinciale dei carabinieri di Modena hanno eseguito 10 misure cautelari personali, (7 custodie in carcere, 2 arresti domiciliari e una misura interdittiva), nell'ambito dell'operazione 'Perseverance' nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti gravemente indiziati di reati di associazione di tipo mafioso, finalizzata, tra l'altro, all'estorsione e al trasferimento fraudolento di valori mediante l'attribuzione fittizia della titolarità o disponibilità di denaro, beni o altre utilità, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, ovvero di agevolare la commissione dei delitti di riciclaggio e di reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, anche tramite falsità ideologiche in atti pubblici commesse da pubblici ufficiali e da privati.

In questo contesto operativo, i poliziotti e i carabinieri hanno eseguito anche 35 perquisizioni (VIDEOnelle province di Reggio Emilia, Modena, Ancona, Parma, Crotone, Milano, Prato, Pistoia e Latina. I provvedimenti sono stati emessi dal gip presso il tribunale di Bologna, su richiesta della procura della Repubblica di Bologna - Direzione distrettuale antimafia, sulla base degli esiti delle risultanze di due filoni e che complessivamente vedono indagati 29 cittadini italiani.

'Ndrangheta e 'consenso sociale'

 Il "basso profilo" all'occorrenza subito sostituito dalla violenza, e il "consenso sociale" che la ' ndrangheta aveva conquistato in Emilia prestandosi a "risolvere i problemi" dei cittadini. Sono i due aspetti che emergono con chiarezza dall'ultima operazione "Perseverance", diretta tra Modena e Reggio Emilia dalla Dda di Bologna contro la famiglia Sarcone. Uno degli episodi registrati dagli investigatori - la Polizia di Parma e Reggio Emilia e i Carabinieri di Modena - riguarda però Salvatore Muto (classe '85), "subentrato" ai fratelli Antonio e Luigi di recente condannati in appello nel maxi processo Aemilia.

Sarebbe infatti stato lui a mettere in contatto la consorteria criminale con una coppia di cittadini modenesi incensurati e spregiudicati, intenzionati ad impossessarsi del patrimonio di due anziani parenti. E che, per questo, avevano chiesto al clan di provocare "lesioni gravissime" alla badante che se ne prendeva cura, divenuta suo malgrado un ostacolo. Il piano fu sventato dalla Squadra Mobile reggiana le cui indagini preliminari indussero i "committenti" ad abbandonarlo.

Un secondo incarico affidato dai coniugi alla cosca ha riguardato inoltre il "recupero crediti" da un debitore della somma di oltre due milioni, di probabile provenienza illecita. In questa occasione Muto si rivolse a due sodali, Domenico Cordua e Giuseppe Friyo, che si appostarono davanti alla casa del moroso in Toscana per consegnargli i documenti del presunto credito vantato e, a scopo intimidatorio, alcune foto dei suoi familiari. A Cordua e Friyo è stata inoltre sequestrata una pistola con matricola abrasa.

A difendere, ma solo in apparenza, la vittima dell'estorsione entrò però in scena Giuseppe Grande Sarcone, considerato un attuale reggente del clan, che si propose di "mediare" la trattativa sul credito, presentandosi come referente della ' ndrangheta. Giuseppe Sarcone, ultimo dei suoi fratelli rimasto a piede libero, è stato oggi arrestato.

Bonaccini: "Sostegno a chi si batte per prevenire ed estirpare mafia e criminalità organizzata"

"A nome della comunità regionale, voglio ringraziare gli inquirenti e gli agenti impegnati nell'operazione contro la ' Ndrangheta in Emilia-Romagna emiliane e di altre regioni". Così' il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che prosegue: "Non deve mai mancare il sostegno a chi ogni giorno si batte per prevenire ed estirpare presenza e consolidamento di mafie e criminalità organizzata, che nella quotidianità deve essere accompagnato dall'impegno di tutti, istituzioni e cittadini, per il rispetto e la promozione della legalità e del convivere civile. Come Regione- chiude Bonaccini- prosegue la nostra stretta collaborazione con le autorità inquirenti e le Prefetture su questo fronte".