Tralasciamo la carenza di servizi scolastici ed extrascolastici, di medici e pediatri di base, di strutture sportive e ricreative per bambini e adolescenti che – a causa delle trasformazioni sociali e demografiche – invece avrebbero bisogno di una cura attenta per non crescere allo sbando indirizzati alla devianza. Tralasciamo che il polo dei servizi sociali più vicino è a Pieve Modolena; l’assenza di biblioteche e centri culturali pubblici; l’inadeguatezza dei trasporti pubblici "urbani" che impedisce ad una parte di popolazione di raggiungere i servizi.
Dopo le dimissioni dell’assessore alla Cura dei quartieri Valeria Montanari, dal 12 maggio 2020 i residenti di Cella, Cadè e Gaida fanno anche fatica ad avere un interlocutore stabile.
Ma concentriamoci sulla viabilità. Venerdì (15 dicembre) a Cella si terrà una manifestazione di ricordo delle vittime della strada, proprio a Cella, vicino a dove tre anni fa un furgone sbandò e uccise a bordo strada Youness Lakhdar, 12 anni, di Cavriago. In nome del suo sorriso monello e dolce, l’amministrazione comunale di Reggio ha promesso interventi di messa in sicurezza della Via Emilia.
Cosa è stato fatto? Lo spiega la onlus Mattone su Mattone: "Ridipinte le strisce pedonali. Non è stato installato un semaforo a richiesta a Cella né il tutor stradale tra Cadè e Gaida. Le fermate degli autobus sono ancora a bordo strada nel fango, senza pensiline né piazzuole in cemento protette. I marciapiedi sono pieni di crepe e fessurazioni, non c’è un rallentatore o una isola pedonale; incomplete le piste ciclabili".
Sulla via Emilia transitano 9 milioni di veicoli all’anno – 19mila al giorno – ma non c’è nemmeno una centralina di monitoraggio della qualità dell’aria che spieghi agli abitanti di Cella, Cadè e Gaida – circa 6mila – cosa respirino ogni giorno e che indichino all’amministrazione comunale quali azioni di tutela della salute pubblica vadano attuate. Se le polveri sottili che quei reggiani inalano sono invisibili, i rischi per la sicurezza sono sotto gli occhi di tutti: lungo la Via Emilia incidenti continui, incolonnamenti che tranciano in due le comunità, un fiume ininterrotto di Tir, pericoli costanti per pedoni e ciclisti.
Francesca Chilloni