Reggio Emilia, gravissimo dopo il tuffo dalla cascata. "Serve più prudenza in montagna"

Dopo il grave incidente di domenica istituzioni e Soccorso alpino chiedono rispetto. Il 24enne rischia la vita

Gli operatori della Croce Verde intervenuti sul posto

Gli operatori della Croce Verde intervenuti sul posto

di Settimo Baisi

I gravi fatti accaduti nell’ultimo weekend, dall’incidente del giovane del comune di Carpi finito sulle rocce alla cascata del Golfarone (Villa Minozzo) ed ora in prognosi riservata all’ospedale Maggiore di Parma, alle grigliate in riva al lago Calamone (Ventasso) e molte altre scorrettezze, inducono gli amministratori dei Comuni dell’Appennino ad un invito ai turisti, sempre ben accolti, a maggior rispetto della montagna nell’interesse di tutti.

Appennino Reggio Emilia, tuffo dalla cascata: gravissimo

Amareggiato il sindaco di Villa Minozzo, Elio Ivo Sassi, per il grave incidente accaduto alla cascata del Golfarono sul torrente Secchiello. "Non è la prima volta, anzi accade spesso – afferma – perché i giovani non vogliono rendersi conto del pericolo che corrono con un bacino di tre secchi d’acqua. Io non sono per i divieti, non ho nessuna intenzione di emettere ordinanze, la montagna deve essere aperta a tutti, solo che occorre affrontarla con responsabilità e buon senso. Villa Minozzo ha 124 kmq di montagna, per impedire questi episodi che tutte le domeniche mettono in movimento le squadre di soccorso, dovrei emettere un’ordinanza di divieti dalla Gatta alla cima del Cusna. Non è possibile".

"I turisti sono nostri amici e li accogliamo con piacere – aggiunge – però chiediamo loro di attenersi alle regole che sono fondamentali per la sicurezza. Domenica al Golfarone era pieno di famiglie in cerca di refrigerio. Dalla Gatta alle Fonti di Poiano e al rifugio Battisti ci saranno state oltre 5.000 presenze ed è un successo per la nostra montagna, che però richiede rispetto delle regole. Non è possibile che ogni weekend scatti l’emergenza soccorso".

Sulle grigliate in riva al lago Calamone interviene il sindaco di Ventasso, Enrico Ferretti che manifesta il proprio dissenso: "In Trentino nessuno si permette di campeggiare e accendere fuochi in riva ai laghi di Brages, Carezza e di Molveno, tutti hanno un gran rispetto per questi luoghi e il nostro lago Calamone non è da meno. Le montagne dell’Appennino, con le loro caratteristiche, vanno rispettate al pari delle Alpi, questo lo chiediamo ai nostri turisti da ovunque arrivino. Chiediamo anche di intensificare i controlli".

Secondo il sindaco di Carpineti, Tiziano Borghi, già presidente dell’Unione Comuni d’Appennino, "la montagna rappresenta un bene da godere, ma è un bene di tutti, comprese le generazioni future che avranno i nostri stessi diritti di usufruire delle sue bellezze". Borghi ricorda che da un po’ di tempo a questa parte si assiste a troppe imprudenze con punte di veri e propri azzardi insensati in spregio ad una montagna aperta all’accoglienza turistica. "Nell’ultimo weekend almeno un paio di casi dimostrano la necessità di recuperare una cultura montanara vocata alla prudenza".

"L’uso delle moderne tecnologie come i geo-localizzatori offrono elementi di sicurezza e una rete di volontari capaci e disponibili ad interviene in qualunque situazione, offrono sicurezza – afferma Borghi –. Però rimangono insostituibili il senso di responsabilità e buona educazione, verso una montagna che fa del proprio turismo una primaria occasione di attività economica e relazionale. Un aspetto, quest’ultimo, che i ’montanari’ desiderano far crescere senza eccessive tolleranze. Camminatori che intraprendono percorsi impervi con scarpe e abbigliamento non adatti, equipaggiati di carbonella e zaini-tenda e accendere fuochi in piena notte: così non va".

Il responsabile del Soccorso Alpino Sezione Monte Cusna, Luca Pezzi, le cui squadre spesso sono chiamate per interventi al limite della sicurezza, in merito agli ultimi eventi in montagna, afferma: "In questo periodo di massima frequentazione della montagna in particolare del nostro Appennino, sono iniziati puntualmente e si intensificano gli interventi del Soccorso Alpino, nonostante continui appelli alla prudenza, rispetto delle regole e consapevolezza dei rischi sui social e sulla stampa".

Un fenomeno che non sembra arrestarsi, gli interventi sono "quadruplicati in pochi anni nella nostra provincia e in continuo aumento a livello locale, regionale e nazionale – aggiunge –. Certamente notiamo oltre ai numeri decisamente in aumento dei frequentatori della montagna e i modi, discipline sportive come l’alpinismo, il free-climbing, bike ed e-bike, corsa in montagna, ascensioni su vie ferrate, escursionismo con le ciaspole e scialpinismo d’inverno stanno avendo un boom di praticantii".

"La leggerezza di partire – conclude – viene dalla certezza che se dovesse succedere qualcosa, qualcuno ci verrà ad aiutare. Qualcuno verrà, ma a volte i tempi dei soccorritori sono lunghi, a volte gli elicotteri non possono volare, a volte i soccorritori possono impiegare anche ore se non giorni per trovare un infortunato, un disperso e magari un incidente banale può trasformarsi in tragedia".