
I segni rimasti sulla schiena della ragazzina aggredita in centro a Scandiano
"In merito ai fatti che vedono coinvolta una minore di 14 anni, vittima di un’aggressione fisica da parte di più coetanei, di cui almeno tre l’hanno colpita in modo diretto, mentre altri assistevano filmando, è necessario ribadire con assoluta fermezza che nessuna provocazione, messaggio o comportamento può in alcun modo giustificare una violenza di gruppo premeditata e umiliante". A sostenerlo sono gli avvocati Giuseppe Pagliani e Gianluca Dallari intervenendo sul grave episodio della 14enne picchiata violentemente nei giorni scorsi nel parco della Resistenza in centro a Scandiano. Pagliani e Dallari hanno ricevuto il mandato professionale per tutelare la ragazza. "Destano sconcerto – dicono Pagliani e Dallari – le dichiarazioni di un genitore che, invece di condannare l’accaduto, tenta di attribuire responsabilità alla vittima. Che a giustificare la violenza sia un adulto e per di più un genitore, è un fatto gravissimo che contribuisce a un clima culturale pericoloso in cui le vittime rischiano di essere ulteriormente esposte e isolate. Anche se la minore avesse assunto atteggiamenti discutibili, elemento che sarà eventualmente chiarito nelle sedi opportune, nulla può legittimare l’aggressione fisica subita, né tantomeno la sua esposizione pubblica attraverso la diffusione di video e immagini". Per gli avvocati "gravissime sono inoltre le minacce successive ai fatti, a contenuto intimidatorio, attualmente oggetto di segnalazione e valutazione". Ribadiscono inoltre che la "violenza non si giustifica: si condanna. Sempre. E chi la subisce ha diritto alla massima tutela, senza processi sommari o colpevolizzazioni indirette". La 14enne era stata picchiata da due coetanee sotto gli occhi di una ventina di ragazzi. Un pestaggio filmato e diffuso sui social. Dopo il racconto della madre della vittima finita in ospedale, il padre di una ragazza-testimone, al nostro giornale ieri aveva fornito un’altra versione. Il papà aveva precisato che la 14enne "non è affatto innocente: aveva organizzato tutto per aggredire un’altra ragazza, ma il piano è fallito e ha finito per essere lei a rimanere coinvolta". Matteo Barca