Reggio Emilia, bravo in campo e fenomeno a scuola. Baby rugbista a Milano

Nicolò Teneggi è stato scelto dalla Federazione Italiana Rugby per l'accademia

Nicolò Teneggi in azione in campo

Nicolò Teneggi in azione in campo

Reggio Emilia, 21 giugno 2018 - «Sarà una grande opportunità, sia dal punto di vista sportivo che umano. Andare via di casa da giovani non è semplice, però voglio capire quale potrà essere il mio futuro nel rugby». Idee chiare, testa sulle spalle e mente lucida. Forse fin troppo, tanto da controllare più volte la carta d’identità che certifica i suoi 16 anni. Ma Nicolò Teneggi appare un ragazzo speciale. E lo ha notato anche la Federazione Italiana Rugby, che ha selezionato il giovane reggiano nell’accademia di Milano (una delle quattro in tutto il paese), dove trascorrerà i prossimi due anni insieme ad altri 30 promettenti rugbisti. Allenamenti, alla base di tutto («Dal lunedì al venerdì per quasi tre ore tutti i giorni») rigorosamente affiancati dall’altra grande passione di Nicolò, ovvero lo studio. Già, perché il piccolo mediano d’apertura («Sono il regista della squadra, e indosso il 10 proprio come nel calcio») se la cava particolarmente bene tra i banchi di scuola. Tanto da ricevere la borsa di studio ‘Pezzarossa’ per aver ottenuto la media più alta tra le classi prime del liceo Spallanzani: un 9,70 che impressiona solo a scriverlo. 

«Credo di avere delle buone doti naturali – minimizza il ragazzo – soprattutto nelle materie scientifiche. Ma la maggior parte del lavoro lo faccio in classe: sto attento, prendo appunti e a casa completo lo studio». Per il ‘diavolo’ del rugby Reggio la nuova avventura milanese inizierà a settembre. Nel sognare un futuro da professionista ancora incerto: «Pratico uno sport bellissimo, però sono consapevole che in pochi riescono a sfondare. Per i prossimi due anni sarà in questa accademia in pieno centro a Milano, con la possibilità di rientrare in città tutti i week-end: lì svolgerò solo allenamenti, mentre le partite ufficiali saranno a Reggio. E l’obiettivo è già prefissato: arrivare nel giro delle nazionali». Senza dimenticare lo studio, ovviamente. Come ricorda con un sorriso mamma Nicoletta: «Finora è sempre stato sereno, e un pizzico di preoccupazione per la nuova avventura c’è – spiega –. Il campus prevede anche un liceo qualificato, e i ragazzi saranno obbligati a trascorrere due ore sui libri tutti i giorni. Fa piacere, e sono felicissima per Nicolò: si merita questa opportunità, e in tutti i casi vedrò di tenerlo monitorato!».

Con un ricordo anche per Rebecca Braglia, la giovane reggiana tragicamente deceduta sul campo di gioco: «Ho seguito molto la vicenda – prosegue la mamma con un sospiro – e subito pensi: ‘E io lo mando anche a giocare…’. Però il rugby è uno sport bello ed estremamente formativo, ed eventi simili sono rarissimi; il destino a volte sa essere beffardo». Meglio non pensarci. In vista di tre mesi estivi molto impegnativi: «Farò l’assistente a un camp per bambini organizzato dal rugby Reggio – conclude Nicolò –, passando da Milano per i primi raduni. Ma soprattutto andrò in Canada, nella Columbia britannica, per due settimane di vacanza».