"No al risarcimento: mia figlia non ha prezzo"

Patteggiano due degli imputati per la morte della 24enne, stroncata da un mix di droga. La madre: "Ci aspettavamo una condanna diversa"

"No al risarcimento: mia figlia non ha prezzo"

"No al risarcimento: mia figlia non ha prezzo"

"Sicuramente ci aspettavamo una condanna diversa e non accettiamo alcuna proposta di risarcimento: mia figlia non ha prezzo". Hanno patteggiato ieri la pena in tribunale a Reggio a tre anni e sei mesi di carcere e a due anni, due dei tre imputati nel processo per la morte di Nunzia Colurciello, la ragazza di 24 anni deceduta nel salotto dell’abitazione di un’amica, a Guastalla, la notte del 24 ottobre del 2018 dopo una serata trascorsa in un locale di Modena. Nunzia Colurciello – dimostrarono gli accertamenti autoptici – fu stroncata da un mix di droghe: sostanze stupefacenti che, secondo le accuse, gli indagati iniziarono a somministrarle già nel pomeriggio: cocaina ed Mdma per ’caricarla’ prima dell’ingresso in discoteca.

Gli indagati erano accusati di spaccio di stupefacenti ma, soprattutto, di morte come conseguenza di altro delitto a seguito della morte di Nunzia Colurciello. A patteggiare la pena un 43enne e un 51enne del mantovano, mentre quella che doveva essere l’amica della vittima, una 47enne domiciliata a Guastalla, è stata rinviata a giudizio. Il processo inizierà il 27 ottobre davanti all’Assise.

I due imputati che hanno chiesto e ottenuto il patteggiamento hanno anche fatto una offerta risarcitoria, a titolo di acconto alla famiglia della vittima. I genitori della giovane, però, hanno rifiutato l’offerta, ritenendo ingiusta anche la possibilità – per gli imputati – di patteggiare la pena. "Uno dei due imputati, condannato a due anni – spiegano gli avvocati Berenice Candela e Gianluca Cancelliere - si è mostrato collaborativo e ha squarciato il ‘velo sulle menzogne’, rilasciando dichiarazioni in fase di indagine. Il giudice non ha accolto la tesi difensiva, sconfessata dalle dichiarazioni degli imputati e ora attendiamo il processo principale nei confronti della terza imputata. Sicuramente i genitori della vittima, la mamma Carolina Esposito Mocerino e il padre Generoso Colurciello sono molto provati".

"Nessuno si è avvicinato a noi, nessuno ci ha detto nulla o ha mai chiesto scusa – sottolinea ancora la mamma di Nunzia -. Io pretendo solo giustizia e una condanna esemplare per chi ce l’ha uccisa e la giustizia non è quella che ha consentito a due degli imputati di patteggiare. Noi continueremo a lottare".

Secondo le indagini gli imputati portarono Nunzia dal proprio fornitore, nel mantovano, per acquistare cocaina. Uno dei tre avrebbe ceduto a sua volta cocaina alle 24enne, mentre l’amica le avrebbe fornito Mdma: il tutto nell’arco di circa otto ore prima dell’overdose. Una somministrazione reiterata, una poliassunzione nel corso della stessa serata attraverso la quale i tre presunti amici della vittima provocarono il decesso della ragazza. Le indagini, condotte dai carabinieri di Guastalla, sono risultate lunghe e complesse per la difficoltà iniziale di individuare le persone presenti quella notte.