"Noi pediatri siamo in trincea Subissati di telefonate, tanto stress"

La specialista Sabrina Rossi: "I tempi di attesa si sono dilatati, serve pazienza"

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"Siamo in trincea. Siamo quelli cui i genitori si rivolgono quando il loro figlio ha l’influenza. E’ normale essere subissati di telefonate, anche se lo stress non è poco".

Parola della dottoressa Sabrina Rossi, specialista in pediatria.

C’è tensione nel mondo genitoriale: oggi come oggi, l’ondata influenza che sta colpendo in principal modo i più piccoli ha messo sotto pressione anche gli ambulatori dei pediatri presenti sul territorio reggiano: "Diciamo che i tempi d’attesa nel servire chi si presenta in ambulatorio e chi ci chiama al telefono, si sono molto dilatati – spiega la dottoressa Rossi –. Da una parte dobbiamo dare risposte ai pazienti in ambulatorio, dall’altro dobbiamo dare risposte a chi ci chiama. Bisogna che tutti, genitori compresi, portino un po’ di pazienza, perché il lavoro è tanto".

"È chiaro che per i genitori vi sia tensione, la febbre dei propri figli crea ansia – prosegue la specialista –. I genitori vorrebbero che i loro bambini guarissero velocemente. Ma la malattia deve fare il suo corso".

Inoltre vi è il combinato disposto tra influenza e Covid: "Che genera ulteriore tensione. Sicuramente gli ultimi due anni di coronavirus hanno creato paure più profonde nei genitori, ma va detto che è un aspetto comprensibile: in fondo la sintomatologia è sostanzialmente quella. Tosse, raffreddore, temperatura che si alza sono aspetti che accomunano sia il Covid sia questa influenza".

Ma che cos’ha quindi di particolare questa ondata influenzale? "È una febbre che provoca temperatura molto alta che fa fatica a scendere – spiega la pediatra Rossi –. Può durare anche quattro, cinque giorni, con temperature alte, più tutto lo strascico a livello bronchiale che impiega più tempo ad andar via".

Cosa fare dunque se il bimbo ha l’influenza? "Il consiglio è sempre quello di monitorare le condizioni generali del bambino. Ovviamente se è piccolo, diciamo sotto i tre mesi, di rivolgersi subito al medico – conclude la dottoressa Rossi –, altrimenti somministrare l’antipiretico, bere molto, magari acqua zuccherata se il bimbo non si sente di mangiare per infondergli una buona dose di energie, o latte col miele. Poi, ma solo in quel momento, se effettivamente la temperatura non scende, rivolgersi al medico".

ni. bo.