Nessun provvedimento "da inquisizione", ma soltanto un procedimento accurato previsto nel diritto canonico per chi non è conforme ai dettami del Concilio Vaticano II. A spiegare come mai i due sacerdoti don Claudio Crescimanno e don Andrea Maccabiani abbiano subito il divieto di esercitare il culto da parte del vescovo Giacomo Morandi, ci pensano due esperti di diritto della curia: monsignor Carlo Pasotti e don Andrea Pattuelli. "Il pronunciamento che è stato pubblicato è frutto di un procedimento lungo e accurato in cui le parti si sono confrontate; l’intervento finale dell’Arcivescovo Morandi segue gli inviti del predecessore monsignor Camisasca ai due sacerdoti perché vi fosse un serio ripensamento delle posizioni che si sono rivelate non conformi al Concilio Vaticano II, nonché alle attività pastorali così come disposte dai Vescovi". Sebbene il termine ’scomunica’ sia inappropriato, si tratta della proibizione di esercitare "alcune funzioni, come presiedere l’Eucarestia e gli altri Sacramenti, nell’ambito diocesano". Se poi anche le messe vengono eseguite in una cappella privata non c’entra: "L’eucarestia rifugge da ogni privatizzazione; un sacerdote, se sconosciuto, può essere ammesso a celebrare la santa Messa purché sia accolto ed esibisca le lettere del suo Ordinario". Cosa non avvenuta. Ovviamente anche la confessione non è valida: "Gli stessi non possono impartire l’assoluzione, non c’è sacramento; a don Crescimanno è revocata la facoltà di confessare, mentre per Maccabiani tale facoltà è sospesa per il fatto stesso dell’ordinazione illecita, in quanto egli è stato consapevolmente ordinato presbitero da un vescovo scismatico incorso nella pena della scomunica, nella persona di monsignor Richard Williamson". E se non si adegueranno? "Don Crescimanno potrebbe incorrere nella pena canonica dell’interdetto ovvero potrà essergli inibita la possibilità di celebrare e ricevere i Sacramenti ovunque, mentre in tal senso Maccabiani si trova già nell’impossibilità di celebrare i Sacramenti". Ecco giustificati quindi gli interventi tanto forti della curia di questi giorni, i quali fanno parte dell’esercizio della paternità di ogni Vescovo.
Cronaca"Non è inquisizione, ma diritto". La curia sui due preti interdetti