"Non vedevamo l’ora di tornare a scuola La Dad è stata un’esperienza massacrante"

Genitori e figli contenti per la riapertura: "Ora fate rientrare tutti. Mio figlio più grande non capisce perché lui deve restare a casa"

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di Maya

Menozzi

utto bene a scuola? Vi siete divertite?". Due domande semplici ma che sanno di normalità. Ieri, dopo quasi un mese di Dad, i bambini fino alla prima media sono rientrati in classe. Uno spiraglio di luce nonostante la zona rossa, una riapertura che molte famiglie sperano venga estesa, a breve, anche ai ragazzi più grandi.

Ore 8, suona la campanella dell’ennesimo ‘primo giorno’ di scuola. Una scena rivissuta tante volte nel corso di questo anno, eppure l’emozione e l’entusiasmo sono alle stelle.

"Sembrava davvero di essere al 15 di settembre – sorride Rosa (foto sopra), una mamma che aspetta i propri figli all’uscita della Marco Polo – Ho un bimbo in prima, mentre la più grande è già in quinta. La didattica a distanza non è stata semplice per nessuno dei due. Mia figlia, che è più consapevole della situazione, era un po’ preoccupata di tornare. Aveva voglia di rivedere gli amici, ma mi ha chiesto ‘Mamma, come mi devo comportare?’. Le ho risposto di non abbracciare nessuno". Verso le 13, il cortile della scuola si fa sempre più affollato. Genitori e nonni attendono trepidanti figli e nipoti.

Qualche adulto ne approfitta per una chiacchiera, un confronto e un saluto, dopo così tanto tempo passato a comunicare solo per telefono. Due donne parlano animatamente vicino al cancello: "Non vedevamo l’ora di tornare! - ci racconta Francesca (foto a destra in basso), una mamma con tre figli di cui uno alle elementari – Mio figlio più grande invece, che frequenta la seconda media, ora è a casa, arrabbiato. Non si spiega questa differenza". Interviene anche l’amica, nella stessa situazione: un bambino in presenza, un adolescente in Dad. "Perché non fare andare anche i ragazzi degli ultimi due anni di medie? Già che hanno aperto la scuola per le prime, usiamola. Ormai bisogna imparare a convivere con questa situazione". Nel frattempo suona la campanella e uno sciame di giacche e zaini colorati si riversa fuori della Marco Polo. Seppur mascherati, l’allegria dei bambini travolge in pieno il cortile; chi urla, chi gioca e chi raggiunge i genitori per raccontare ogni particolare della giornata. "Mio figlio è in seconda, e ciò che più gli dispiaceva era il poco tempo trascorso con i suoi compagni. E poi la Dad è stata massacrante, per loro e per noi. Siamo felici di essere tornati" commenta Cinzia (foto in alto a destra), mentre il figlio le corre incontro. Nicola invece, un papà, chiede direttamente a suo figlio Francesco (foto grande al centro) di raccontare la giornata: "Era meglio stare a scuola" risponde sorridente il bambino. Le maestre intanto, aspettano gli ultimi ritardatari: "C’era grande entusiasmo. Li abbiamo trovati cresciuti, contenti e motivati – spiega Margherita, una giovane insegnante – Noi docenti siamo tranquilli, molti di noi sono in attesa della seconda dose di vaccino. I bimbi sono molto bravi a rispettare le regole, anche se è molto difficile non avere contatto fisico. Il ‘Posso usare il gel?’ è diventato una sorta di rito". Fuori dal cancello, per festeggiare il rientro, cinque mamme brindano con una bottiglia di spumante. Cin cin! Alla scuola, che possa rimanere aperta.