Figura anche lo studio medico di via Mantegna 20, dove aveva esercitato la professione sino all’arresto scattato nel 2020, tra i beni sottoposti da ieri a sequestro di prevenzione a carico di Alfonso Sestito, 55enne cardiologo ed ex primario del Policlinico ‘Gemelli’ di Roma, che aveva anche un appoggio lavorativo nella nostra città. Il professionista, ritenuto dagli inquirenti vicino alla cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri, fu arrestato nel gennaio 2020 nell’ambito dell’operazione ‘Thomas’. In marzo è stato condannato a 7 anni e 4 mesi dalla Corte d’Appello di Catanzaro: l’imputazione iniziale di associazione mafiosa è stata riqualificata in concorso esterno alla mafia. In primo grado, nel maggio 2022, la Corte d’Assise aveva ritenuto Sestito responsabile di 416 bis e dell’altro reato, ed erano stati disposti 8 anni e mezzo di reclusione. Lui, che ha rigettato le accuse mosse nei suoi confronti, si trova ora sottoposto agli arresti domiciliari a Roma. Il provvedimento è scattato ieri per diversi beni, ricondotti a lui e alla sua famiglia, per un ammontare di oltre 7 milioni, tra Crotone, Cutro e Isola Capo Rizzuto: il valore dello studio medico di via Mantegna, strutturato su doppio livello è stimato in oltre 200mila euro. Gli immobili di Reggio erano già oggetto di un sequestro penale. Ora è scattata anche la misura di prevenzione, per la quale è fissata un’udienza di convalida in dicembre davanti al giudice di Catanzaro. In questi anni le proprietà reggiane di Sestito non sono rimaste vuote, ma sono state messe a reddito dall’amministratore giudiziario nominato dal tribunale di Catanzaro. Il provvedimento è stato eseguito ieri, al culmine di indagini patrimoniali coordinate dal procuratore capo di Catanzaro, Vincenzo Capomolla. È stato emesso dalla seconda sezione penale del tribunale, su richiesta della Dda di Catanzaro e rappresenta l’epilogo dei complessi accertamenti svolti dalle Fiamme gialle crotonesi. Secondo la Dda di Catanzaro, nell’inchiesta ‘Thomas’, il cardiologo si sarebbe adoperato perché alcuni componenti della cosca Grande Aracri, tra cui lo stesso boss Nicolino Grande Aracri, beneficiassero di permessi sanitari o attestazioni mediche in grado di influire sui giudizi di incompatibilità col regime detentivo in carcere. Inoltre Sestito viene considerato "un terminale economico" che faceva investimenti imprenditoriali eseguendo il programma del boss.
Alessandra Codeluppi